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Il mio DIego

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2014 18:46
Ele
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18/04/2014 19:09
 
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Ciao a tutte. Sono eleonora, mamma da quasi 4 anni di Roberto, e da 4 mesi mamma di una stella, Diego. Come la mia prima gravidanza tutto e' andato benissimo. Aspettavamo con ansia, felicita' e un po' di timore questo secondo figlio. Roberto ha giocato, parlato e desiderato tanto questo fratellino inaspettato. All inizio ne era un po' geloso e non voleva neppure piu' andare al nido perche' non sopportava l idea che io rimanessi a casa con la mia pancia! Poi, come noi, ha imparato ad amarlo, ad aspettarlo e a fare tutto in funzione del suo arrivo. Un altro maschio, una gioia immensa per tutti e tre. Sarebbe arrivato tra noi a meta' dicembre e sarebbe stato il regalo di natale piu bello della mia vita. A ottobre il medico mi diagnostica un polidramnios lieve. Dopo un ecografia approfondita per scartare malformazioni del feto che potevano essere sfuggite alla morfologia della 20^ settimana, giungiamo alla conclusione che si tratta di un polidramnios sine causa. Iniziamo a novembre a fare dei monitor ogni 10 giorni affinche' il nst scarti ogni possibile complicazione. Io continuavo ad essere felice e serena, stavo bene e il mio piccolo scalciava come un matto e non stava mai fermo.
Il medico mi aveva detto che quando c'e' un po' troppo liquido il bambino si puo' girare all ultimo momento e che non avrei dovuto scartare l ipotesi del cesareo. Io ero terrorizzata dall idea di un cesareo. Il mio primo parto era stato naturale e non c erano state complicazioni. Il 2 dicembre avevo fatto un monitor e tutto era perfetto. Il 3 dicembre il mio piccolo non si era fatto sentire molto...ne il 4... Ne il 5... Ne il 6... Ma sentivo il suo singhiozzo e ascoltavo il suo cuore con l angel sounds. Pensavo che fosse normale, che aveva meno spazio e che c era molta acqua. Una sensazione strana, un brutto presentimento mi diceva che era successo qualcosa al mio piccolo. Volevo mantenere la calma , stare serena, mi dicevo che non era niente e la routine del mio piccolo Roberto mi distoglieva da questi brutti pensieri. Quella settimana mio figlio si era svegliato piu di una notte piangendo, gridando che un lupo voleva prendere il bebe'. Io facevo incubi di ogni tipo e mi svegliavo di soprassalto. Il 9 dicembre andavo a fare il monitor con un po' di paura, con la speranza che tutto fosse come sempre. Ma un angolino del mio cuore gia' sapeva che non era cosi'. Se quella mattina mentre stendevo al sole prima di uscire, qualcuno mi avesse detto che avrei fatto il monitor, che il mio piccolo avrebbe avuto una grave tachicardia, che mi avrebbero indotto il parto con ossitocina, che dopo un ora e mezza di contrazioni il medico e l ostetrica si sarebbero guardati e avrebbero detto cesareo d urgenza,che mi avrebbero portata correndo in sala operatoria, mi avrebbero torturata con un ago nella schiena, mi sarei sentita il corpo gonfio e immobile, mi avrebbero legata a un lettino, avrei sentito tanta paura come mai nella mia vita, avrei sentito come mi strattonavano via il mio piccolo che emetteva solo un piccolo gemito e poi...silenzio. Se qualcuno me l avesse detto no, non ci avrei creduto. Alle mie domande senza fine avevano risposto sedandomi. Un po' li ringrazio. Quella sera Diego veniva portato su un ambulanza all ospedale pubblico. Io non capivo niente. Il mio corpo era li ma la mia anima era a un altro livello. Io ero con lui. Mi aveva detto il pediatra che Diego non reagiva a nessuno stimolo, che le acque erano sporchissime e che sospettavano un danno cerebrale.
Il giorno dopo mi avevano chiamata dall ospedale per dirmi che il danno cerebrale era totale, che ogni minima parte del cervello era stato danneggiato, probabilmente dall occlusione momentanea del cordone ombellicale. Avevo preso un ambulanza ed ero andata da lui. Tutto era assurdo e continua a sembrarmi tale dopo4 mesi. Lui era bellissimo, pieno di capelli neri, con il nasino all insu come suo fratello. Tutti i tubi che lo tenevano in vita non mi impedivano di baciare ogni singolo angolo del suo corpo. Volevo respirare per annusarlo ma era impossibile, piangevo troppo. Una foto, quella foto che mi spezza l anima ogni volta che la guardo e' il ricordo piu brutto e allo stesso tempo essendo l unico il piu bello, che ho del mio piccolo amore. Quella sera era tornata in clinica, non potevo essere presente allo spegnimento di quelle macchine. Mi pento di non aver avuto il coraggio, quel coraggio, ma non voglio torturarmi con questo pensiero.
Dovevo portarlo a casa e l ho fatto. Ora lui e' in casa con noi . La sua nascita e la sua morte sono state registrate all anagrafe. Non doveva andare cosi. Non doveva essere il natale piu brutto della mia vita, mio figlio non doveva scoprire che a volte i fratellini non arrivano, che le persone vanno in un posto chiamato cielo dal quale non si torna piu indietro e che a volte, delle ingiuste volte, anche i bimbi ci possono andare. Ma soprattutto, la cosa piu importante e' che Diego non doveva soffrire, non doveva venire a casa come ci e' venuto.
Per tanto tempo mi sono sentita mutilata e non capivo perche quella parola girasse nella mia testa se la ferita del cesareo non e' una mutilazione. Poi quando sono tornata piano piano alla realta' ho capito. Ora so che mi sento mutilata perche' mi e' stata tolta una parte di me, che era diventata fondamentale. Il vuoto che ha lasciato riempie le mie giornate anche se ora stiamo un po meglio. Siamo tornati alla nostra vita prima di Diego almeno nella routine e nelle abitudini con la differenza che ora cerco in ogni cosa un segno, qualcosa che mi dica che lui e' sempre con me.
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