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Johnny Cash / La voce dell'America

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2014 19:57
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Live at Folsom Prison

Johnny Cash aveva suonato nelle carceri a partire dal (1957) e, dal (1962), aveva intenzione di registrare uno di quei concerti. Credeva che nessun applauso valesse quanto quello di uomini prigionieri cui all'improvviso era concesso un pò di intrattenimento. "La prima volta che ho suonato in un carcere ho pensato che quello era l'unico posto in cui registrare un album dal vivo: non avevo mai sentito una reazione simile alle mie canzoni" commentò. "Non si vergognavano di mostrare il loro apprezzamento". Malgrado l'entusiasmo di Cash per il progetto, la Columbia non era interessata.
L'opportunità per Cash arrivò quando Don Law, il suo produttore discografico dal 1958, andò in pensione e fu sostituito dal 35enne Bob Johnston, che era venuto a Nashville da New York, dove lavorava dal 1965.
Bob Johnston aveva 30anni in meno di Law, ed era all'avanguardia della musica contemporanea: aveva prodotto "Sounds Of Silence & Parsley, Sage, Rosemary and Thyme di Simon & Garfunkel e Highway 61 Revisited, Blonde On Blonde e John Wesley Harding di Bob Dylan, tutti album amati dalla New Generation di studenti radicali. Texano dal grande senso pratico e dalla voce squillante, Bob Johnston riteneva che le case discografiche spesso tradissero i propi artisti perchè i dirigenti giocavano sul sicuro pur di conservare il posto di lavoro: era il partner ideale per Cash, in quella fase della sua vita.
Johnston pensava che i dirigenti della Columbia avessero trascurato la carriera di Cash perchè non sapevano come presentarlo e promuoverlo. Inoltre lo consideravano nella fase calante della carriera e quindi indegno di molte attenzioni. "Producevano spazzatura perchè nessuno aveva idee" dice Johnston. "Lo consideravano un mucchio d'ossa che andava a sbattere contro i pali del telefono e faceva a pezzi le camere d'albergo. Non capivano che aveva bisogno solo della sua musica. Appena ebbe indietro la sua musica, smise di prendere quella robaccia".
Johnston intendeva ravvivare la carriera discografica di Cash, in primo luogo identificando la sua visione artistica e poi mettendolo in condizione di realizzarla. Se Cash voleva registrare in un carcere, allora Johnston faceva di tutto per tirar fuori l'album migliore che fosse possibile produrre in un carcere. Non prendeva ordini da ragionieri e consulenti di Marketing di New York - si fidava dell'istinto del cantante. "Firmai per fare quello che l'artista voleva fare, perchè è in questo che credo" dice. "Per me ha sempre funzionato".
Scelsero il carcere statale di Folsom, a Repressa, California. Non solo era stato al centro di una fra le più note canzoni di Cash, ma Cash ci aveva già suonato su suggerimento di Floyd Gresset, il suo amico ministro del culto di ventura, che lavorava regolarmente coi detenuti della West Coast. Il carcere era situato 40 KM a est di Sacramento, era il secondo carcere più vecchio della California, ed era noto per ospitare i peggiori criminali dello stato. Nei 5 enormi edifici divisi in celle alloggiavano oltre 3500 detenuti.
Dopo due giorni di prove nella sala banchetti del Motel El Rancho, a Sacramento, Cash, I Tennessee Three, Carl Perkins, La Carter Family e gli Statler Brothers arrivarono alla prigione la mattina del 13 Gennaio del 1968.
La sala da pranzo, una stanza cavernosa con il tetto spiovente, era affollata da duemila uomini seduti a dei tavolini bianchi. Guardie armate pattugliavano le passerelle, in alto, e poichè gli uomini non potevano essere lasciati al buio, le luci al neon restarono accese per tutto il concerto. Poichè ai prigionieri capitava raramente di potersi esprimere in quanto gruppo, la sala era piena di tensione.
"Quei carcerati erano tutta forza" racconta Johnston. "Non c'era altro che forza. Se (Cash) fosse andato lì timoroso, non credo avrebbe funzionato. Avremmo registrato un bell'album, ma non credo avrebbe suonato tutte quelle canzoni, e non credo le avrebbe suonate allo stesso modo. Per questo gli feci dire: 'Ciao, sono Johnny Cash' appena salito sul palco. Doveva prendere il controllo fin dall'inizio".
Cash aveva suonato in un numero sufficiente di carceri per sapere quali canzoni toccavano di più i cuori delle persone costrette a vivere lì. Quasi metà delle canzoni scelte parlava di prgione o di crimini. Un altro quarto riguardava solitudine, separazioni e disperazione. La differenza, quando si suonava in una prigione (e chiaramente Cash sapeva che si sarebbe percepito nell'album) era che gli applausi non giungevano solo al termine della canzone, ma ogni volta che un verso suonava significativo per qualcuno di loro. Quegli uomini prendevano sul serio le sue parole. Non erano lì per valutare o giudicare, ma per reagire.
Benchè Johnston sapesse che gli applausi sarebbero stati entusiastici, la prigione statale di Folsom non era il luogo ideale per registrare dal vivo. Dal punto di vista dell'acustica, il tetto alto e spiovente della mensa e le spesse mura di pietra erano un incubo. Dovettero usare cinque diverse apparecchiature - attivate in simultanea in un camion parcheggiato nel cortile del carcere - solo per registrare la musica. "Quando tornai a Nashville passai circa tre settimane a mixarla. Dovevo togliere l'eco. La portavo avanti e indietro da quei cinque nastri perchè il risultato finale fosse quello che doveva essere".
Johnny Cash at Folsom Prison, diede avvio al suo primo grande ritorno sulle scene. L'album era importante per lui negli anni '60 quanto lo era stato il singolo "I WALK THE LINE" nei '50. Vendette sei milioni di copie, raggiunse il tredicesimo posto nelle classifiche pop e condusse a "Johnny Cash at San Quentin", che poi a sua volta condusse alla serie televisiva. Alla fine del 1969, il presidente della (Columbia Records) Clive Davis avrebbe annunciato che quell'anno, negli Stati Uniti, Johnny Cash aveva venduto più dischi dei Beatles.
L'album cementò l'immagine da fuorilegge di Cash. Non importava che non fosse mai stato veramente in carcere per più di una notte. Quel che importava era che non solo aveva l'aspetto giusto - ruvido e scarbo - ma si identificava con un vasto pubblico di criminali incalliti dicendo di essere dalla loro parte, non da quella della legge.
Molte canzoni, scritte dalla prospettiva dei detenuti, parlavano delle guardie con scherno e sarcasmo. In "COCAINE BLUES" i versi "Una mattina presto me ne andavo in giro / ho tirato cocaina e ho sparato alla mia donna" erano accolti da un'ondata di applausi, probabilmente da parte di uomini che avevano fatto la stessa cosa o avrebbero voluta farla. Cash non cercava affatto di placare il loro entusiasmo.
Quando gli chiedevano perchè prendesse tanto a cuore la sorte dei detenuti, Cash rispondeva che loro dovevano sapere che non erano stati dimenticati. Potevano essersi meritati una punizione da parte della società, ma meritavano anche la loro dignità, sopratutto se in futuro dovevano riabilitarsi.
Coma si poteva sperare che i prigionieri uscissero da lì come cittadini onesti e probi se erano privati di amore e attenzione? "I crimini sono causati dalle condizioni di vita" dice Johnston. "Non si può rinchiudere le persone e trattarle come animali e poi punirle ancora di più quando si comportano da animali. A Folsom stavo vicino alla porta, mentre loro entravano e uscivano, e non c'è n'era uno che mi guardasse negli occhi".
Cash era anche consapevole dell'editto biblico che imponeva di prendersi cura di chi è in prigione. In Matteo 25, Gesù distingue tra coloro che sono religiosi solo di nome e coloro la cui fede dà luogo ad azioni. Dice che i fedeli si prendono cura dei malati e di chi è solo si prendono indirettamente cura dello stesso Gesù. "Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi" (Mt 25, 35-36).
"Ci sono tre tipi di cristiani" disse Cash. "Quelli che predicano, quelli che suonano in chiesa e i cristiani praticanti. Sto cercando con tutte le mie forze di essere un cristiano praticante. Se prendete alla lettera le parole di Gesù e le applicate alla vita di ogni giorno, scoprirete che la più grande soddisfazione che si possa avere consiste propio nel dare. Ed è per questo che faccio cose come i concerti in prigione".



[Modificato da (King David) 29/03/2014 00:47]
29/03/2014 00:46
Post: 276
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Ho molto apprezzato il tuo passaggio Davide , e molto amato queste registrazioni dal vivo , Johnny si sente parte integrante di dove si trova e oltre che divertirsi diverte e coinvolge.
Non solo semplice country music ............
29/03/2014 13:09
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Re:
jessegaron, 29/03/2014 13:09:

Ho molto apprezzato il tuo passaggio Davide , e molto amato queste registrazioni dal vivo , Johnny si sente parte integrante di dove si trova e oltre che divertirsi diverte e coinvolge.
Non solo semplice country music ............



Caro Jesse, mi fà piacere che hai gradito, se puoi acquista la versione deluxe 2CD+DVD.

Consigliato! [SM=g8431]


06/04/2014 19:57
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