Cari amici, vorrei condividere con voi le emozioni provate durante la mia ultima visita ai miei parenti in Germania, esattamente a Darmstadt, città dell'Hinterland di Francoforte, a pochi KM da una cittadina di 30mila abitanti che noi tutti conosciamo bene: BAD NAUHEIM, quella che fu la città di Elvis durante il suo servizio militare in Germania, nel periodo 1958-1960.
Con il sole della Sardegna che sembra lontano una vita, sotto un cielo plumbeo che incornicia uno sfondo di immense foreste, il racconto di mio zio sul dolore e malinconia di tutti quei ragazzi che come lui negli anni 50 e 60 hanno dovuto lasciare la propria terra per cercare lavoro altrove, mi è sembrato di avvertire sulla mia pelle il dolore di un ragazzo che, sebbene ricco e famoso, nel 1958 si ritrovava a dover vivere il proprio dolore per la mancanza della propria casa della mamma, sotto lo stesso, triste cielo, con tanti dubbi e paure sul futuro.
Bad Nauheim è una tipica cittadina dell'Assia con le caratteristiche case dal tetto spiovente e tanti bei parchi verdi attraversati da rigogliosi rigagnoli di acqua cristallina. Famosa in tutta la Germania per la presenza di tante cliniche e centri benessere, venne scelta da Elvis come luogo di residenza durante il servizio militare quando non fu più possibile per l'esercito USA tollerare la continua presenza di fans all'ingresso della vicina base militare di Friedberg, dove il nostro svolgeva servizio.
Prima ancora di affittare la ormai celebre casa al numero 14 di Goethestrasse, uno dei primi posti in cui abitò fu la room n. 10 dell'
Hotel Grunewald, in quella che adesso è diventata la
Elvis Presley Platz, con tanto di monumento ricordo sempre adornato di fiori e messaggi da parte dei fans. La stanza è rimasta intatta cosi come la conobbe Elvis, ma ovviamente non è visitabile dai turisti. Non so se viene comunque data agli ospiti dell'hotel come una sorte di suite di prima classe;
Come già detto subito dopo poche settimane Elvis si trasferì in una casa, al
14 di goethestrasse, dove fece arrivare il padre Vernon, la Nonna Minnie Mae e vari amici del suo entourage...e dove conobbe Priscilla. La casa è tutt'ora abitata ma i proprietari proprio non ne vogliono sentire di aprirla al pubblico (alcuni mi hanno detto che comunque una volta all'anno i proprietari la rendono visitabile ma non ne sono molto sicuro). Forte è stata la tentazione di suonare il campanello... ma ho lasciato perdere... non me la sono sentita. Certo che guardavo la vetrata del salotto...e mi risuonavano in mente incisioni private effettuate proprio li dentro...durante una delle varie feste organizzate da Elvis nel tempo libero. Mannaggia!
di fronte alla casa ci sono due bellissimi parchi...uno dei quali attraversato da un fiumiciattolo...con
due ponticelli che lo scavalcano...uno di questi è quello in cui Elvis venne fotografato in divisa.
Un'altro posto che ho dovuto visitare è stato il "
Burgpforte", ovvero porta castello, un arco di pietra in pieno stile Tedesco che è un po il simbolo della cittadina. Elvis scattò qui una foto che venne poi utilizzata per la copertina del singolo "A big Hunk ' love". Nello stesso punto in cui si mise Elvis, appoggiato alla parete, c'è oggi una targa ricordo. Vorrei qui descrivervi le emozioni provate... ma è una cosa troppo strana. Mettere le mani, i piedi, il proprio corpo, nell'esatto punto in cui scattò la foto lui....fa un effetto strano. Dall'emozione sembra quasi di avvertire una strana energia...ti senti in dovere di fare la foto...cosi, in punta di piedi per non violare un qualcosa di...impercettibile alla quale portare rispetto.
Le strade di Bad Nauheim raccontano così una storia di Elvis, la storia di un ragazzo che in una lontana terra diventò uomo. Tanti altri sono i luoghi che raccontano qualcosa di lui, come il tabacchino dove solitamente acquistava i sigari, oppure il negozio in cui acquistò (o fece acquistare) il registratore portatile grazie al quale sono giunte sino a noi le incisioni private di cui parlavamo prima.. e altri locali dove trascorse qualche ora, come per esempio il ristorante in cui andò a festeggiare il natale con la sua compagnia e via dicendo....
Una delle cose che mi hanno colpito è che la cittadina, dove ogni anno si tiene un festival dedicato al suo celebre ospite, è orgogliosa di essere "la casa europea di Elvis".
Un'altra cosa che mi ha sorpreso è il rispetto che si ha quando si parla di Elvis, in tutta la Germania, senza pregiudizio alcuno. Rispettato come uomo, rispettato come artista. A prova dell'indelebile segno lasciato da Elvis nella cultura tedesca, sopratutto in questi luoghi ci sono alcune frasi e modi di dire emblematici, utilizzati quotidianamente, come per esempio "
aspettano che passi Elvis" davanti a esagerati gruppi di persone in strada, come per esempio la fila per entrare in un locale, gente che aspetta il bus e via dicendo.
Oppure "
deve andare da Elvis" o "
deve arrivare Elvis", quando la preparazione per un qualcosa, o l'attesa, viene definita esagerata. Ci sono anche altri modi di dire..ma non li ricordo.
Ho conosciuto anche un signore che, all'epoca 11enne, mentre passava in bici vide tante ragazze ferme davanti a un gruppo di mezzi militari che si accingeva a ripartire. Le urla, gli strilli e i vari "Elvis!", "guardami Elvis", "ciao Elvis" non lasciarono dubbi su chi fosse quel ragazzone seduto di fianco dell'autista con il braccio a penzoloni dal finestrino che salutava timidamente la piccola folla. La cosa curiosa è che il fratello maggiore di questo signore, a differenza sua era un fan sfegatato..ma non riuscì mai a vedere il re nemmeno per un istante! Lo stesso simpatico signore mi disse comunque che sono tantissime, migliaia, le persone che tutt'ora possono testimoniare di averlo visto...anche se non più di qualche minuto o addirittura pochi secondi come nel suo caso. Trovarlo fuori dalla casa di goethestrasse era diventato molto difficile (figuratevi la folla) e in Germania, sin dall'annuncio della sbarco a Bremehaven, la nazione impazzì...e per fare un esempio odierno che sembra fuori luogo ma in parte c'azzecca, pareva che in quei giorni quella regione ospitasse i mondiali di calcio odierni per il fermento che si creò.
Questa è stata la mia piccola avventura sulle tracce di Elvis.
di seguito alcune foto, per la cui qualità mi scuso...avevo sbagliato impostazione di scatto nel cellulare...e avevamo dimenticato la macchina fotografica in auto!
The king will never die....Elvis forever!!