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L’AMICIZIA SPIRITUALE di AELREDO DI RIEVAULX

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 14:56
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Sesso: Femminile
10/08/2013 14:49

Come trattare le persone che hanno questi difetti

Marco: Dove si può trovare uno che non sia né irascibile, né instabile, né sospettoso? Quanto al chiacchierone, lo si vede subito, e non può certo rimanere nascosto.
Aelredo: Sono d’accordo con te. Non è facile trovare uno che non sia vittima di questi difetti, però ce ne sono molti che li sanno superare: reprimono l’ira con la pazienza, correggono la leggerezza con la serietà, eliminano i sospetti concentrando l’attenzione sull’amore. Direi che soprattutto questi bisognerebbe scegliere come amici, perché sono più esercitati degli altri e, vincendo i vizi con la virtù, diventano amici più sicuri quanto più sono abituati a resistere con energia ai vizi che li assalgono.
Marco: Scusa se insisto. Quel tuo amico che Luca ha ricordato poco fa, e che tu hai accolto nella tua amicizia, a te non sembra una persona irascibile?
Aelredo: Certo che lo è, ma nell’amicizia non lo è affatto.
Luca: Ma cosa vuol dire non essere irascibile nell’amicizia?
Aelredo: Siete convinti del fatto che c’è amicizia tra noi?
Luca: Sicuro.
Aelredo: Qualche volta sono scoppiate tra noi risse, discordie, rivalità, contese?
Luca: Mai, ma questo non è merito suo, ma della tua pazienza.
Aelredo: Vi sbagliate. Un’ira che non è frenata dall’affetto non può in alcun modo essere bloccata dalla pazienza di nessuno. Anzi, la pazienza, nella persona colta dall’ira, scatena il furore, perché ciò che lo consola anche solo un po’ è vedere che un altro si adira quanto lui e gli è pari negli insulti. La persona di cui stiamo parlando rispetta a tal punto l’amicizia che, quando talvolta si arrabbia e sta per esplodere con parole incontrollate, con un semplice cenno riesco a frenarlo; mai esprime in pubblico cose spiacevoli, ma per dare sfogo a quello che ha in mente aspetta sempre il momento in cui siamo soli. Se questo comportamento gli venisse suggerito dalla natura, e non dall’amicizia, non lo considererei né virtuoso né degno di lode. Se invece, come può capitare, mi accade di dissentire da lui, è tale il rispetto che abbiamo l’uno per l’altro che qualche volta lui rinuncia alla sua idea e, più spesso, io alla mia.

Come sciogliere un’amicizia rovinata

Marco: Penso che Luca possa essere soddisfatto. Vorrei che tu mi dicessi cosa si può fare quando incautamente si stringe un’amicizia con quelli che tu ci hai detto di evitare, o quando qualcuno di quelli che tu hai giudicato idonei cade in quei vizi o in altri peggiori. Fino a che punto si deve conservar loro la fiducia mostrando benevolenza?
Aelredo: Queste cose, per quanto possibile, devono essere considerate attentamente nello stesso momento della scelta, o anche nel periodo della prova, per evitare di offrire troppo in fretta la nostra amicizia a chi non ne è minimamente degno. “Sono degni di amicizia quelli che hanno in se stessi il motivo per cui sono amati”. Tuttavia, anche in quelli che sono stati messi alla prova e ritenuti degni “esplodono spesso vizi che fanno male o agli stessi loro amici, o ad altri, la cui vergogna però ricade comunque sugli amici”. Bisogna usare ogni cura perché questi amici guariscano. Se questo si rivela impossibile, non ritengo che l’amicizia debba essere rotta immediatamente ma, come qualcuno ha detto con finezza “deve essere piuttosto scucita a poco a poco, a meno che non ci sia un’offesa intollerabile, al punto che la giustizia e l’onestà richiedono che si giunga a un’immediata separazione”. Se infatti l’amico trama qualcosa, o contro i propri cari o contro la collettività, per cui si esige una correzione rapida e senza indugi, non si offende certo l’amicizia se si smaschera un traditore o un nemico pubblico.
Ci sono altri vizi che consigliano di non rompere l’amicizia, come si è detto, ma di scioglierla a poco a poco, cercando però di non provocare addirittura un’inimicizia da cui verrebbero poi litigi, ingiurie e insulti. È quanto mai vergognoso, infatti, fare la guerra proprio con colui con il quale si è vissuto in intimità. Può anche succedere che tu venga assalito con tutte queste offese da uno che avevi accolto nella tua amicizia, uno di quelli che hanno l’abitudine, se capita loro qualcosa di storto, di rovesciare tutta la colpa sull’amico, quando invece sono stati loro a comportarsi in modo da meritare di non essere amati. Allora dicono che l’amicizia è stata offesa, considerano sospetto ogni consiglio che vien loro dall’amico, e quando è evidente che la colpa del tradimento è loro, non sapendo più come difendersi, riversano sull’amico odio e maledizioni, lo calunniano dappertutto, sparlano di nascosto, trovano false scuse per se stessi, e accuse bugiarde per gli altri.
Se, dunque, dopo che hai sciolto l’amicizia, vieni aggredito con tutte queste ingiurie, sopportale fin che puoi: così tu rendi onore alla vecchia amicizia. La colpa è di chi fa l’offesa, non di chi la subisce. L’amicizia, infatti, è eterna, per cui sempre ama chi è amico. Se ti offende colui che tu ami, tu continua ad amarlo. Se si comporta in modo da dovergli togliere l’amicizia, non togliergli mai l’amore. Pensa a quanto puoi fare per la sua salvezza, preoccupati del suo buon nome, e non rivelare mai i segreti della sua amicizia, anche se lui ha svelato i tuoi.
Marco: Dimmi, per favore, quali sono quei vizi per cui l’amicizia va sciolta pian piano?
Aelredo: Quei cinque di cui abbiamo appena parlato, soprattutto la rivelazione dei segreti, e il morso occulto della denigrazione. Ne aggiungo un sesto: se l’amico offende quelli che tu sei tenuto ugualmente ad amare e se, dopo essere stato corretto, continua a offrire motivo di vergogna e di rovina a quelli che sono affidati alla tua responsabilità, soprattutto se la vergogna di questi vizi ricade su di te. L’amore non deve infatti prevalere sulla religione, sulla fede, sull’amore per la collettività o sul bene dei cittadini. Il re Assuero condannò a morte il superbissimo Aman, che era il primo fra i suoi ministri, preferendo la salvezza del popolo e l’amore della moglie all’amicizia che quello aveva offeso con consigli fraudolenti.

Giaele, la moglie di Aber Cineo, sebbene ci fosse pace fra Sisara e la casa di Aber, anteponendo a questa amicizia la salvezza del popolo, con un chiodo e un martello fece dormire per sempre lo stesso Sisara. Il santo profeta Davide secondo le leggi dell’amicizia avrebbe dovuto perdonare la parentela di Gionata; quando udì dal Signore che per colpa di Saul e della sua casa sanguinaria, che aveva ucciso i gabaoniti, il popolo aveva patito per tre anni la fame, consegnò ai gabaoniti, perché li punissero, sette uomini della famiglia di Gionata. Non dovete però dimenticare che, quando due amici perfetti, dopo una scelta sapiente e un accurato periodo di prova, si uniscono in un’amicizia vera e spirituale, non può sorgere tra loro alcun dissidio. Questo perché l’amicizia fa di due una cosa sola: come non si può dividere l’unità, così l’amicizia non può essere separata da se stessa. È chiaro dunque che quell’amicizia che subisce una lacerazione non è mai stata vera in quanto è stata causa della rottura, perché “l’amicizia che può cessare non è mai stata vera”. In questo caso, tuttavia, l’amicizia appare più evidente e dimostra in modo più chiaro di essere una virtù per il fatto che, in chi è offeso, non viene meno l’amore che c’era prima. Ama chi non lo ama più, onora chi lo disprezza, benedice chi lo maledice, fa del bene a chi trama rovina contro di lui.
Luca: Come puoi dire che l’amicizia viene sciolta se colui che la interrompe deve avere ancora tutti questi riguardi per colui che viene escluso?
Aelredo: Quattro sono gli elementi che qualificano in modo particolare l’amicizia: l’amore e l’affetto, la sicurezza e la gioia. L’amore si manifesta nell’offrire favori e servizi con animo benevolo; l’affetto nasce da una gradevole sensazione interiore; la sicurezza sta nel poter rivelare senza timore o sospetto tutti i segreti e i pensieri del proprio animo; la gioia nasce dallo scambio dolce e amichevole di tutto ciò che capita, bello o brutto che sia; di tutto ciò che si pensa, sia esso utile o inutile; di tutto ciò che si insegna o si impara. Vedi ora in quali cose l’amicizia si dissolve in coloro che non ne sono degni? Certamente se ne va quella soddisfazione interiore che era attinta abbondantemente dal cuore dell’amico; se ne va la sicurezza che ci faceva confidare a lui i nostri segreti; se ne va la gioia che nasceva dalla conversazione amichevole. Gli si deve dunque negare quella familiarità che si esprimeva in tutte queste cose, ma l’amore deve rimanere, con misura e rispetto, al punto che, se l’offesa non è stata troppo grande, si possano sempre notare i segni dell’antica amicizia.
Luca: Mi piace moltissimo quello che hai detto.
Aelredo: Ditemi se possiamo ritenere concluso il discorso sulla scelta.
Marco: Vorrei che tu ci riassumessi in breve, per concludere, le cose che hai detto.

Riepilogo

Aelredo: Volentieri. Abbiamo detto che la fonte dell’amicizia è l’amore. Non un amore qualsiasi, ma quello che procede insieme alla ragione e al sentimento. Un amore che la ragione rende puro, e il sentimento fa dolce. Abbiamo detto poi che occorre dare all’amicizia un fondamento, e questo è l’amore di Dio, a cui bisogna ricondurre tutte le cose che abbiamo proposto, verificando la loro convergenza o divergenza rispetto al fondamento. Abbiamo poi fissato quattro gradini che portano alla vetta dell’amicizia: si deve cioè prima scegliere l’amico, poi metterlo alla prova, infine accoglierlo, e quindi comportarsi con lui nel migliore dei modi. Parlando della scelta abbiamo escluso gli irascibili, gli instabili, i sospettosi, i chiacchieroni: non tutti però, ma solo quelli che non riescono o non vogliono moderare questi difetti.


Molti infatti sono colpiti da questi disturbi, ma si comportano in maniera tale che non solo non viene minimamente lesa la loro perfezione, ma nel dominarli la loro virtù sì rafforza in modo magnifico. Quelli invece che, come cavalli senza freno, sono continuamente spinti dai loro vizi sull’orlo dell’abisso, inevitabilmente scivolano e sprofondano in quei difetti che, al dire della Scrittura, rovinano l’amicizia fino a distruggerla: cioè l’invettiva, l’oltraggio, la rivelazione dei segreti, l’arroganza e il tradimento.
Se tuttavia ti capita di soffrire tutte queste cose da parte di colui che avevi accolto nella tua amicizia, non devi rompere subito il rapporto, ma scioglierlo con gradualità, conservando pure un tale rispetto per l’antica amicizia che, anche se non gli confidi più i tuoi segreti, non gli togli però né l’amore né l’aiuto, e neppure gli neghi il consiglio. Se poi la sua follia dovesse spingerlo a proferire bestemmie e oltraggi, tu rispetta il patto, rispetta la carità, così la colpa sarà tutta di chi lancia l’ingiuria, non di chi la subisce.
Se invece scopri che può essere pericoloso per i suoi familiari, la collettività, i cittadini e gli amici, si deve rompere subito il vincolo di familiarità, perché non si deve anteporre l’amore per una persona al rischio di rovinarne tante altre. È nel momento stesso della scelta che si deve stare attenti a che questo non accada. Si deve scegliere cioè uno che non sia mosso dall’ira, fuorviato dalla superficialità, trascinato dalla loquacità o condotto dal sospetto a fare ciò che non si deve fare.
Soprattutto scegli uno che non abbia un temperamento o un carattere e troppo diverso dal tuo. Poiché parliamo dell’amicizia vera, che non può sussistere se non tra i buoni, non abbiamo neppure nominato quelli che sono sicuramente da scartare come gli infami, gli avari, gli ambiziosi, i calunniatori. Se quanto abbiamo detto sulla scelta vi basta, possiamo parlare di un altro argomento, di come si prova un amico.
Marco: Mi pare opportuno. Sto sempre con un occhio alla porta nel timore che arrivi qualcuno ad interrompere il nostro colloquio con qualche amarezza, o con qualche sciocchezza.
Luca: C’è qui fuori il custode, se lo fai entrare non riuscirai più a parlare. Sto io di guardia alla porta. Tu, padre, continua pure.

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