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Ci ha salutato un Profeta, Lo Spirito provvederà

Ultimo Aggiornamento: 16/03/2013 01:11
06/03/2013 12:16
 
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Obababibba
Non è mia intenzione ammorbare chi non crede, ma penso che la situazione della Chiesa in questo momento offra delle belle riflessioni a tutta la società degli uomini. La rinuncia di benedetto XVI dimostra che quando ci sono le norme le tradizioni e le consuetudini valgono sino a quando dette norme non vengon applicate. Da qui parte la riflessione.
Per intanto vi offro due miei articoli, in attesa di sviluppi sorprendenti.
Bibba

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"Ma noi siamo in tre: io, Smith e Wesson"
Clint Eastwood
06/03/2013 12:22
 
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Obababibba
ALFABETO DELLA SEDE VACANTE E DEL CONCLAVE

Anello del Pescatore: si chiama così perché la figura dell’impronta rappresenta San Pietro mentre pesca. È il sigillo usato dal Papa nei brevi pontifici ed in altri documenti come le sentenze concistoriali. Il primo Papa a servirsene fu Clemente IV il 7 marzo 1265 in una lettera. L’anello del pescatore viene distrutto o reso inservibile (come nel caso di quello di Benedetto XVI) in una delle prime congregazioni generali preparatorie.

Berretta Cardinalizia: berretto quadrangolare rosso porpora, privo di fiocco, che identifica la dignità cardinalizia. Il privilegio venne concesso da papa Pio IV nel 1564. Per il carattere sacro e spirituale dell’alto ufficio cardinalizio e nello spirito del Concilio Vaticano II è il Sommo Pontefice che impone la berretta durante il concistoro pubblico: fino al 1969 i Capi di Stato di Italia, Francia, Spagna e Portogallo avevano il privilegio di imporla loro al neo cardinale dopo il concistoro.

Camerlengo: è il Cardinale preposto alla Reverenda Camera Apostolica. Nominato dal Pontefice sempre fra i membri del Sacro Collegio Cardinalizio, riveste attribuzioni fondamentali durante la Sede Apostolica Vacante. In lui si accentra il governo amministrativo provvisorio della Chiesa. Cura l’amministrazione dei beni e diritti temporali della Santa Sede; appone i sigilli all’Appartamenti privato del Romano Pontefice; prende possesso del palazzo Apostolico Vaticano, del Palazzo del Laterano e del palazzo Apostolico di Castel Gandolfo; non decade dalle sue funzioni per morte, o, come in questa Sede vacante, per la rinuncia del Sommo Pontefice.

Conclave: si intende in materia canonica sia il luogo chiuso dove i cardinali elettori si riuniscono per eleggere il Papa, sia l’assemblea fisica stessa dei cardinali riuniti e rinchiusi per l’elezione. Dalla fine della sua edificazione nel XV secolo la Cappella Sistina è il luogo deputato al Conclave.

Decano del Sacro Collegio: è il Cardinale primus inter pares del Sacro Collegio che presiede e rappresenta. Durante la Sede Apostolica Vacante convoca i cardinali per il Conclave, dirige gli atti per l’elezione papale, pone al neoeletto la domanda se voglia o no accettare l’elezione e quale nome assuma; se il cardinale decano non dovesse prender parte al Conclave per aver compiuto 80 anni come previsto dalla Costituzione Apostolica di Paolo VI “Ingravescentem aetatem”, le sue funzioni durante le fasi elettorali nella Cappella Sistina saranno esercitate dal Sottodecano. Se anche questi non fosse in Conclave, sarebbe il primo dei cardinali secondo l’ordine generale.

Emblema Pontificio: in araldica è storicamente costituito dalle chiavi decussate sormontate dalla tiara del triregno, con le tre corone preziose che simboleggino la Chiesa, la Santa Sede e il Vaticano. Papa Benedetto XVI sostituì nel suo stemma la tiara con la Mitria episcopale con tre fasce dorate in ricordo delle tre corone del triregno.

Eminenza: titolo onorifico che spetta soltanto ai Cardinali di Santa Romana Chiesa.

Fumata: bianca o nera esce dal comignolo che viene montato sul bordo del tetto della Cappella Sistina in occasione del Conclave. La fumata bianca è il segnale per la gioia per l’elezione del nuovo Papa o della delusione per il mancato accordo tra i cardinali, se è nera. Il colore bianco nasce bruciando le schede elettorali con l’aggiunta di paglia umida e/o di sostanze chimiche, o di un fumogeno. Il fumo nero nasce con la bruciatura delle schede, degli appunti e dei documenti delle votazioni, con l’aggiunta di una sostanza colorante. La stufa è la stessa dal 1939.

Giovanni: è il nome più ricorrente nella genealogia dei Papi. Ad oggi son 23 i sommi Pontefici che hanno portato il nome dell’Apostolo evangelista. Giovanni XXIII, Papa Roncalli, sanò con la sua scelta l’interruzione causata con l’antipapa con lo stesso nome che si fece eleggere nel 1410. Passarono quindi ben 548 anni per giungere al 28 ottobre 1958 quando un nuovo Papa si sarebbe imposto di nuovo il nome giovanneo.

Giuramento: lo effettuerà a nome di tutti i cardinali in Conclave il cardinal Re, primo dell’ordine dei Vescovi, in quanto il Decano e il protodecano hanno più di 80 anni: “ Noi tutti e singoli Cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede. Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l'elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell'elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l'elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di qualunque ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell'elezione del Romano Pontefice”. A seguire, in processione, ciascun cardinale reciterà la seguente formula: “Ed io (nome) Cardinale (cognome) prometto, mi obbligo e giuro; così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano”.

Habemus Papam: è l’esclamazione solenne rivolta alla folla in attesa in Piazza San Pietro con la quale il cardinale protodiacono, dalla loggia della basilica di San Pietro, comunica l’avvenuta elezione del nuovo Papa. “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum (il nome del cardinale eletto in accusativo latino), Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem (il cognome non tradotto in latino), qui sibi nomen imposuit (il nome pontificale in genitivo latino con l’eventuale progressione in numerica)”. La traduzione: “Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa! L'eminentissimo e reverendissimo Signore Signor (nome), Cardinale (cognome) di Santa Romana Chiesa, il quale si è imposto il nome di (nome scelto)”.

Inizio del pontificato: il 18 febbraio 2013, ad una settimana dall’annuncio della sua rinuncia, Benedetto XVI ha comunicato al maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, mons. Guido Marini, alcune modifiche all’” Ordo Rituum pro Ministerii Petrini initio Romae Episcopi”, il documento del rituale che disciplina e “presenta le celebrazioni previste in tempi diversi e in luoghi collegati alla sede episcopale in Roma in riferimento con la cura pastorale del suo Vescovo per l’intero gregge del Signore”. In particolare è stato ripristinato l’atto di obbedienza di tutti i cardinali presenti alla concelebrazione dell’Inizio del Ministero Petrino, così che il gesto che in Cappella Sistina, subito dopo l’elezione, è compiuto dai Cardinali Elettori, ha nuovamente una dimensione pubblica, aperta a tutto il Sacro Collegio, per assumere al tempo stesso un carattere di cattolicità.

Lacrime: è la Stanza delle Lacrime, che normalmente svolge funzione di sacrestia della Cappella Sistina, ad accogliere il neo eletto Papa, in un momento di raccoglimento, al quale fa seguito la vestizione con i paramenti pontifici, prima di affacciarsi dalla Loggia delle Benedizioni.

Motu Proprio: è un documento sovrano che certifica che le concessioni in esso contenute sono state fatte per iniziativa esclusiva del romano pontefice regnante. Con il Motu Proprio del 22 febbraio 2013, “Normas nonnullas”, Benedetto XVI ha modificato alcune regole per lo svolgimento del Conclave. Secondo il documento, il collegio dei cardinali riuniti in sede vacante potrà anticipare l'inizio del Conclave se constaterà la presenza di tutti i cardinali. Benedetto XVI ha Introdotto, inoltre, modifiche anche per la maggioranza richiesta per l'elezione del Papa per la quale saranno necessari 2/3 degli elettori presenti e votanti con l'esclusione, in caso di ballottaggio, dei voti dei due candidati. Con il Motu Proprio è stabilita la scomunica per chiunque violi il segreto sull'elezione del Papa.

Nome del Papa: è una consuetudine millenaria quella della scelta da parte del Papa neo eletto di un nome liberamente scelto che lo identifichi nel Ministero Petrino. Gli viene rivolta la domanda di prammatica dal cardinale Decano o chi per lui “Quo nomine vos vocari?”, “Come vuoi essere chiamato?”. Non esiste una norma precisa che imponga la scelta del nome. Dal 999, quando Silvestro II, al secolo Gerbertro dell’Alvernia, comunicò il suo nome, sino a Benedetto XVI-Joseph Ratzinger, solo due Papi non hanno effettuato al scelta, mantenendo il loro nome di battesimo: nel 1522 Adriano VI - Adriano Florensz di Utrecht, e nel 1555 Marcello II – Marcello Cervini.

Ospizio di Santa Marta: oggi “Domus Sanctae Marthae” in Vaticano, casa Santa Marta, è il luogo dove risiederanno, come nel 2005, i cardinali conclavisti. Fondato nel 1884 da Leone XIII, inizialmente come lazzaretto per colerosi, assunse successivamente il ruolo di pensionato per pellegrini, e quindi dopo i Patti lateranensi divenne pensionato per prelati ed officiali dei dicasteri vaticani. Dopo una profonda ristrutturazione che portò all’abbattimento del vecchio edificio, oggi Santa Marta è un moderno residence normalmente usato dalla Curia Romana, dai cardinali e vescovi di passaggio per Sinodi o Concistori, e come in questo caso, per dare una comoda accoglienza agli elettori in Conclave. Ospiterà il nuovo Sommo Pontefice in attesa che vengano realizzati i lavori di adeguamento dell’Appartamento papale nel palazzo Apostolico, secondo le necessità espresse.

Papa: dal greco papas o pappas, vuol dire padre. Titolo oggi riservato nella Chiesa Cattolica Romana solo al Sommo Pontefice, in quanto padre di tutti i credenti, nella Chiesa dei primordi era un termine riferito a tutti i vescovi indistintamente. Ma già a partire dal IV secolo si affermò come appellativo titolare del Vescovo di Roma.

Quorum: Se i voti raggiunti da un candidato in Conclave raggiungono il quorum corrisponde ai due terzi dei votanti l'elezione del pontefice è canonicamente valida.

Rinuncia: a scanso di equivoci, bisogna confermare che la norma del codice di diritto canonico prevede esplicitamente che un Papa rinunci al suo mandato. Il comma 2 del canone 332 del diritto canonico cita “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”. La consuetudine che si arrivi alla morte del Papa è, appunto, una tradizione.

Servus Servorum Dei: si deve a San Gregorio I “Magno” il fatto di aver reso questa espressione uno dei titoli pontifici: indica una condizione di profonda umiltà nel ministero petrino. Questo appellativo venne usato dal Santo Papa come risposta all’uso pomposo del termine “patriarca ecumenico” che veniva fatto dal patriarca Giovanni di Costantinopoli.

Titoli Pontifici: detto di Servus Servorum Dei, gli altri titoli del Papa sono: Vescovo di Roma; Vicario di Gesù Cristo; Successore del Principe degli Apostoli; Sommo Pontefice della Chiesa Universale; Primate d'Italia; Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana; Sovrano dello Stato della Città del Vaticano.

Universi Dominici Gregis: è la Costituzione Apostolica promulgata il 22 febbraio 1996 “Festa della Cattedra di San Pietro”, con la quale il Beato Giovanni Paolo II rivedeva ed aggiornava le norme regolanti la Sede Apostolica Vacante e l’elezione del successore di Pietro. Consta di due parti analizzate nel dettaglio di tutti i passaggi. Benedetto XVI non ha promulgato una sua Costituzione Apostolica, ma l’11 giugno 2007 e lo scorso 18 febbraio, attraverso due “Motu Proprio” ha precisato e variato alcuni aspetti delle norme woytjliane.

Vaticano: il colle Vaticano di Roma deve il suo nome, per alcune fonti, dal nome di un'antica divinità romana, Vaticanus; un’altra ipotesi è che derivi dal verbo latino vaticinor, "predire", perché storicamente si tramanda la presenza nella zona di diversi luoghi abitati da oracoli e vati. Questa ipotesi deriva probabilmente dalla forte presenza etrusca nella zona. Zona acquitrinosa e insalubre, vide nei secoli susseguirsi prima uno sbancamento e la bonifica per la creazione di un maestoso circo ad opera di Caligola e Nerone, dove si tramanda, secondo gli Annales di Tacito, il martirio di un gran numero di cristiani per crocifissione, tra i quali poteva esserci anche San Pietro; quindi abbandonato il circo neroniano, iniziò a diventare luogo di sepolture sparse, e poi una grande necropoli mista, pagana e successivamente cristiana, anche con sepolcri sontuosi. Intorno alla basilica Costantiniana, iniziata verso il 319 e terminata circa trent’anni dopo, si vennero a edificare i primi insediamenti che con la sovrapposizione nei secoli delle costruzioni, dei palazzi, delle chiese, degli orti, diedero origine al Vaticano così come lo conosciamo.

Zosimo: e se il prossimo Papa scegliesse di chiamarsi Zosimo II?


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Obababibba
48 ore profetiche (datato 28 febbraio....)

Dalla comunicazione della rinuncia di Benedetto XVI all’arrivo a Castel Gandolfo: 17 giorni di attesa, di domande, di parole troppo spesso sparse nel vento come la pula di memoria evangelica. Eppure mai come in queste ultime apparizioni ufficiali di Benedetto XVI si è percepita la forza dirompente della fede che hanno accompagnato l’ultimo passo pontificale: la rinuncia è apparsa ai nostri occhi, velati di tristezza per l’amore che ci è stato donato gratuitamente e con umiltà da questo Papa, con colori nuovi, colori gioiosi e commossi delle bandiere, degli applausi, delle lacrime dei 150.000 di piazza San Pietro nell’ultima udienza; con la deferente solennità dei baciamano dei cardinali del Sacro Collegio che lo hanno salutato in Sala Clementina pronti a mettersi al servizio dello Spirito Santo per scegliere il nuovo Papa; con lo sguardo –che era il nostro sguardo- del suo autista che lo accompagnato nel percorso dal cortile di San Damaso nel palazzo Apostolico sino all’eliporto sulle Mura Vaticane, uno sguardo di un figlio spaesato ma onorato di un Padre così buono e grande nella sua semplice umanità; con le case di Roma, i tetti, le maestose rovine imperiali, le basiliche, i campanili, i quartieri della periferia che sembravano accompagnarlo mentre sull’elicottero si allontanava, ancora Papa per poche ore, per entrare in contatto con la bellezza della natura di Castel Gandolfo, da lui tanto amata; con la folla nella piazza della cittadina dei Castelli Romani, assiepata e pronta ad esplodere in un tripudio di gioia in bilico con lo scivolare nella tristezza per un addio inatteso ma, sinceramente compreso. E quel “semplice pellegrino” si è avviato a smettere l’anello del pescatore, a lasciare il trono pontificio, per recarsi nella più esaltante delle libertà, quella della preghiera, accompagnato dagli applausi e dalla riconoscenza eterna del popolo di Dio, che si è fatto ammaliare, sedurre dalla coraggiosa visione della vita in Cristo Eucaristia che ci ha testimoniato. In queste 48 ore la Chiesa ha avuto una sferzata travolgente d’amore da Benedetto XVI, ogni sua parola, ogni suo gesto hanno avuto nel sorriso timido che lo ha sempre contraddistinto un catalizzatore delle speranze di tutti in una nuova era profetica per la Chiesa. Non si può restare inermi davanti alla testimonianza che ci è pervenuta. C’è forse un punto del Pontificato che è stato vera linea di demarcazione nella scelta incondizionata dell’essere pastore del gregge di Dio spendendosi sino a che le forze le appoggiassero: quando il 12 maggio 2007, nella fazenda di Guarantinguetá in Brasile, incontrò i giovani ed i bambini che vi abitano, provenienti da situazioni familiari terribili ed esperienze di vita sconvolgenti, fu la prima volta che Benedetto XVI fu abbracciato e baciato con spontaneo trasporto da una bambina che lo condusse letteralmente ad aprirsi in un sorriso largo e in una comunione d’affetto interminabile. Un incontro quello con la bambina che ha prodotto un cambio nell’approccio con l’umanità intiera: dalla difficoltà del Papa che veniva visto come il Papa teologo e rigido difensore del dogma, a Padre e Pastore sorridente e umile, con i suoi gesti semplici e non scontati, proprio perché a lui nuovi. Questa svolta, nascosta dentro una cassetta dello smisurato archivio del Centro Televisivo Vaticano è apparsa chiara in tutti coloro che lo hanno incontrato successivamente. Ed oggi, che dalla loggetta del palazzo Apostolico di Castel Gandolfo ha ringraziato per l’amore che gli è stato manifestato, ha avuto un piccolo momento di confusione dando la sua ultima benedizione da Papa: un filo di un cerchio che si chiude, se pensiamo al primo discorso dalla Loggia di San Pietro nel quale, appena eletto, si perse un attimo nell’invocare la protezione della Vergine Maria. Ed ora si metterà a pregare per i cardinali che saranno chiamati ad eleggere il suo successore, al quale ha già comunicato l’obbedienza. E oggi sappiamo che in ogni momento avremo una preghiera verso il Padre per ciascuno di noi.


"Ma noi siamo in tre: io, Smith e Wesson"
Clint Eastwood
16/03/2013 01:11
 
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Naufrago

E mi sembra proprio che lo Spirito abbia ben provveduto.
Il primo Papa Francesco, il primo latino americano.
Un uomo semplice, amico dei poveri.
Ci riserverà molte sorprese.
Già ci sta sorprendendo con la sua umiltà.


"Solo una vita vissuta per gli altri è una vita degna di essere vissuta" (Albert Einstein)
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