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Sulle orme di Monet

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2013 22:54
15/02/2013 22:27
 
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L'impressionismo è una corrente pittorica in cui l'artista rappresenta non tanto il paesaggio quanto la sensazione in lui evocata dal paesaggio stesso. Il suo nome di battesimo è dovuto ai critici d'arte di fine Ottocento i quali presero lo spunto dal titolo di un quadro di Monet( Impression,soleil levant) Inizialmente questa definizione aveva un'accezione negativa che indicava l'apparente incompletezza delle opere, ma poi divenne una vera bandiera del movimento. Colori fluidi a vedersi, c'è un piacere, anche perché qualcosa si nota che manca e se ci fosse è come non avesse nome... Osservando questo quadro di Monet la prima "impressione" che coglie il fruitore dell'opera è quella di trovarsi all'interno di una grande serra, attorniati da un groviglio floreale che cinge come un santuario la casa appena delineata in fondo al viale. E'un dipinto "en plein air" realizzato da Monet nella sua tenuta di Giverny all'aperto per cogliere le sottili sfumature della luce e la vera essenza delle cose. Non importa se mancano i dettagli, l'impressionista non riproduce i particolari ma solo fotografie sfocate e immagini rarefatte: l'insieme crea un'atmosfera ovattata e rimanda visioni oniriche.
La tenuta di monet
E poi il discorso prende una piega architettonica nell'aria con le mani si collega ai pianti rampicanti all'euforia da giardino ai pensili eccitanti... Mani d'artista che tracciano nell'aria trame e disegni, mani d'architetto che creano e progettano spazi verdi e giardini di maestosa fioritura. È il 1890 quando Monet acquista la casa di Giverny, realizzando il sogno di una vita: un giardino che fosse un tripudio di colori, che diventasse la sua opera d'arte en plein air, che si trasformasse esso stesso in un quadro. Ci sono due parti ben distinte nel giardino del pittore. Un giardino floreale denominato "Clos Normand" nella parte anteriore della casa e un corso d'acqua con un ponticello di ispirazione giapponese sull'altro lato della strada. Le due parti di Monet si contrastano e si completano l'uno con l'altro. Da una parte il tripudio sfolgorante di girasoli, nasturzi, rose, iris, gerani, papaveri e dalie del Clos Normand, dall'altra il segreto di quello specchio d'acqua, con rose, iris etulipani, campanule, gladioli, fiori e piante rampicanti, glicini e salici piangenti, che negli ultimi decenni assorbirà gran parte del suo tempo e delle sue energie. E'lui il progettista di questo capolavoro naturalistico, architetto e giardiniere, che lascia stupefatto chiunque metta piede a Giverny. Neppure durante i suoi soggiorni in Norvegia e in Normandia, a Londra o a Venezia, Monet dimentica di essere un giardiniere e anche da lontano indica e controlla ciò che va fatto. Dopo la morte della prima moglie, Camille, Monet si congiunge con una nuova compagna, Alice Hoschedè, e al seguito i suoi sei figli. Sommati ai due di Monet ( avuti dalla prima moglie) a Giverny si forma di fatto una piccola tribù. Claude e Alice passeranno gli ultimi anni della loro vita avvinti all'ornamentale destino, in quel angolo di paradiso dove la luce è unica e non si trova uguale in nessun'altra parte del mondo.
Alice nel giardino di Giverny E tutto il tempo è vicino a portata di mano sul tavolino, sul ripiano su quanto ti è più caro... abbiamo tutto il tempo aroma di caffè. A proposito di arte culinaria, quante volte il nome Alice viene alla ribalta sulle nostre tavole imbandite ? Un nome di donna accomunato a un pesce ? Vergine del Xlll secolo, il nome di Alice, dicono i linguisti, di origine greca, ha il significato di marina. Non per nulla, infatti, oltre che nome proprio di donna è anche - e questo accostamento non vuol certo essere irriverente - nome comune di certi piccoli pesci di mare, detti, più comunemente, acciughe. Nella mitologia pagana, si chiama Alice una delle Ninfe, e precisamente una ninfa marina, un'Ondina. E allora perchè non meravigliarsi del geniale ossimoro che mastro Panella ha disegnato a misura per il nuovo Battisti ? Parete che d'acciughe sale su, nella rete in muratura. Saliamoli i gradini con le punte... Sale e reti da pescatori, e poi, conservazione, vasetti e acciughe. La Canzone del sale, come la definì il compianto Edmondo Berselli. E siamo sempre in presenza di Alice, davvero ingegnoso. E le acciughe è fanno il pallone ( è anche una bellissima canzone di Fabrizio de Andrè ) Le acciughe, nell'intento di sfuggire dai loro predatori ( le aguglie ) spesso salgono fuori dall'acqua fino a formare una sfera argentea Le acciughe fanno il pallone La parete, la muratura e il cerchio: il significato profondo di queste specifiche e di questa particolare collocazione dove si possono trovare? Esistono proprio a Parigi delle pareti ovali ( ellittiche ) e sono caratteristiche per la loro specifica unicità. A pochi passi dal Louvre ed ancora meno da Place de la Concorde si trova uno strano edificio quasi nascosto tra i viali alberati dei giardini di Tuileries. Un tempo chiamato Orangerie,
era un luogo dove gli agrumi venivano messe al riparo dai gelidi inverni parigini. Una specie di serra che così sarebbe rimasta se nel 1920 Claude Monet in persona non avesse deciso di farne un museo. Il progetto va in porto e l'architetto Camille Lefèvre insieme allo stesso Monet creano Les Nymphéas: uno spazio pensato per accogliere la collezione di dipinti che il pittore realizza raffiguranti le ninfee ed i giardini floreali di Giverny. I quadri sono del tutto unici: 2 metri di altezza per un massimo di 17 metri di lunghezza distribuiti in due sale a pianta ellittica. Nulla di mai visto prima. L'artista immaginava l'esposizione come un luogo di decompressione tra la rumorosa Parigi e le sue opere per permettere al pubblico di immergersi a pieno in un paesaggio naturale. Basti pensare che è uno dei rari musei di Francia ad illuminazione 100% naturale. Fare una passeggiata in riva ad un lago cosparso di ninfee è quello che Monet voleva per il visitatore, renderlo partecipe e condividere le stesse emozioni nei secoli a venire. Il museo de l'Orangerie Un domani da non credere che i fatti siano intrisi di te così profondamente così com'è com'è vero avvengano in assenza di qualsiasi sostanza...


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