Legadue-Eurobet, il pagellone della settimana - L'Aquila vola con Cournooh e Pecile, il Poz torna sulla scena, Hoover sempre decisivo, Jobey Thomas pure
- La Voce di Romagna -
14/11/2012 17:00 - VOTO 10 a David Cournooh (18 punti, 5 assist), tra lui e Super Sunshine Pecile (19, 5 assist) è come essere al circo tutte le domeniche e uscire col coniglietto in mano. Ma soprattutto a Giulio Romagnoli: la sua squadra vince e convince, l’altra (gli Eagles) perde e magari far finta che sia “un po’ meno Fortitudo” di Budrio-Ferrara sarà un po’ più facile. Illusi e illusionisti.
VOTO 9 a Jobey Thomas (35, 14/21 dal campo, 6 rimbalzi, gli arancini gratis) e Marco Carra (17, 5/8, 5 assist), che non si divertiva così dai tempi del minibasket, quando nessuno difendeva e tutti erano felici. Qui però non siamo al cinema, ma su un campo di professionisti pagati per non porgere l’altra guancia a chiunque passi nei pressi. Capo (d’Orlando) chino.
VOTO 8 a Gianmarco Pozzecco, perché lui può fare qualsiasi cosa tanto è sempre il numero 1. Giocare, commentare, cazzeggiare, allenare, surfare, pasturare, tripleggiare, massaggiare, cucinare, sentenziare. E poi, a parte che non si retrocede più, peggio di perdere sempre cosa potrà mai fare? Intoccabile.
VOTO 7 a Paul Marigney (27, 7/16, 7 rimbalzi e 2 assist), dopo le nefandezze di Trento qualcuno deve avergli ricordato che Turel e Chillo avrebbero bisogno di un esempio da seguire, non di uno a cui passar la palla e pensare “va beh se non ha voglia lui allora noi guardiamo RIS 3 registrato”. Passatempi.
VOTO 6 a Ryan Hoover (3/6 da tre, 7 perse), lo criticheranno anche perché tatticamente è rivedibile, però quando è ora di metterla dentro si sente sempre la punturina al posto giusto. Il tutto col Maggiolone a fare il tagliando: in tempi di crisi, meglio risparmiare sul bollo e passare una settimana dopo. Sforbiciate.
VOTO 5 a Stefano Borsato (0/2 e la contentezza di Arisa quando canta) e Bernardo Musso (0/3 da tre, occhiatacce stile bambina di The Ring a Spencer e Roderick che non gliela passano nemmeno per sbaglio): se il primo scendesse in DNA farebbe 25 dominando come il secondo? Cosa centra, direte voi? Niente. Ma meglio che parlare di aria fritta...Senza argomenti.
VOTO 4 a Michael Umeh (2/11, 5 perse), da 50mila di valutazione a zero in otto giorni. Con Imola un leone, a Bologna un agnellino: o la Biancoblù è piena di Metta World Peace e Bruce Bowen stilizzati (che sarebbero Verri e Cutolo, ad occhio e croce), oppure qualcuno il sabato prima aveva (ri)aperto le case chiuse. Brutte abitudini.
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(avevo visto bene allora alla prima di campionato...)
VOTO 3 ai ricorsi al TNAS e ai premi NAS: nell’epoca dove il risultato sul campo vale meno che l’allenamento del martedì - quello coi giovani e i finti infortunati -, ci mancavano anche le sigle uguali che richiamano i film di spionaggio industriale. Li, almeno, puoi sperare di non sapere come va a finire. Nel basket di oggi lo sai già: malissimo. Non Abbiamo Speranze.
VOTO 2 a Matteo Frassineti (0/3 in 17’), dalla promozione in A1 al tornare libero come un fringuello il passo è stato brevissimo. Se non segni nemmeno nel Lago Ontario, in linea di massima, sono cose che capitano.
Ferro tre.
VOTO 1 a Massimo Bernardi, perché ‘sti americani decidono per te e più sali di livello, caro coach, più devi fare il gestore e il politico e meno il tattico e l’allenatore. Non è un Paese per puri. E neanche per integralisti. Bruciato.
VOTO 0 all’ennesima, stupefacente puntata del caso Whiting - Andrea Costa in diretta tv a Tele1, col buon Gherardo ad accendere la miccia e i due litiganti - Nanni e Salvi - a semi/insultarsi on demand con frasi definitive in calce (“ci vediamo a marzo”, “poi facciamo i conti”, ecc). Di sicuro, meglio dei Fantastici 5 sul 500 di Sky. Almeno qui litigavano per un buon motivo. Primari (di chirurgia).