QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Le Orazioni di Santa Caterina da Siena

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2012 23:28
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19/10/2012 21:48

[SM=g27998] ORAZIONE 9

1. DEBOLEZZA E RIBELLIONE DELL’UOMO


Trinità eterna, o alta ed eterna Trinità! Tu Trinità eterna ci
hai dato il dolce e amabile Verbo.
O dolce e amabile Verbo, Figlio di Dio, come la nostra natura è debole e disposta a ogni male, così la tua natura è forte e disposta a ogni bene. L’uomo è debole perché ha ricevuto la natura debole di suo padre, perché il padre non può dare al figlio altra natura che quella che egli ha in sé; ed è incline al male per la ribellione della sua fragile carne, che ancora ha ricevuto da suo padre.
Sicché la nostra natura è debole e pronta a ogni male perché tutti discendiamo e siamo generati dal primo padre Adamo, tutti siamo usciti da una medesima massa. Egli, poiché si allontanò da te, eterno Padre, somma fortezza, diventò debole, e poiché fu ribelle a te, trovò ribellione in se stesso. Ed essendosi distaccato dalla tua somma bontà e fortezza, si ritrovò debole e pronto a ogni male.
O Verbo, eterno Figlio di Dio, la tua natura è forte e disposta a ogni bene perché l’hai ricevuta dall’eterno e onnipotente Padre tuo. Egli ti ha dato la sua natura, cioè la divinità; in te non vi fu né vi poté essere alcun male perché la natura che tu hai ricevuto da Dio non ha potuto patire alcun difetto.

2. EFFETTI DELL’INCARNAZIONE

Tu dunque, dolce Verbo, hai fortificato la nostra debole natura per l’unione che hai fatto con noi. Per questa unione la nostra natura è fortificata, perché in virtù del tuo sangue si toglie questa debolezza nel santo battesimo, e quando siamo giunti all’età di ragione siamo fortificati dalla tua dottrina, perché l’uomo che la segue in verità, vestendosene perfettamente, diventa tanto forte e pronto al bene che quasi perde la ribellione della carne contro lo spirito; perché quell’anima è perfettamente unita nella tua dottrina, e il corpo con l’anima, per cui vuole seguire l’affetto dell’anima.
E giunge a tanto che quelle cose che prima le solevano piacere, cioè le miserie e i piaceri del mondo, le dispiacciono del tutto, e ciò che prima le soleva parere difficile e duro, cioè seguire le virtù, ora le è dolce e piacevole.
E dunque buona la verità che tu, Verbo eterno, hai tolto la debolezza della nostra natura con la fortezza della natura divina, che hai ricevuto dal Padre, e ci hai dato questa fortezza per mezzo del sangue e della dottrina.
O eterno sangue - dico eterno perché sei unito con la natura divina - l’uomo che con la luce della fede ha conosciuto la tua fortezza si distacca dalla sua debolezza; e questa luce non si acquista mai senza l’odio della propria sensualità, a causa della quale si perde anche la luce naturale.
O dolce sangue, tu fortifichi l’anima, tu la illumini, in te diventa angelica. Tu la ricopri in tal modo col fuoco della tua carità che dimentica del tutto se stessa, e non può vedere altro che te. Perciò anche la fragile carne sente l’odore delle virtù, tanto che il corpo e l’anima pare che gridino a te in ogni loro esercizio.
Ciò avviene finché l’anima sta col santo desiderio, aumentandolo continuamente; e se lo allentasse la ribellione della carne risusciterebbe più viva che mai. O Cristo, dottrina di verità, che tanta fortezza dai all’anima vestita dite che in nessuna cosa viene meno, né nelle avversità né nelle pene, ma ha vittoria in ogni battaglia: è forte quando segue te che procedi da Dio, somma fortezza, e se l’anima non ti seguisse a niente le gioverebbe la tua fortezza.
Me misera, che mai ho seguito te, vera dottrina, e perciò sono così debole che in ogni minima tribolazione vengo meno.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me che hai tratto da te, somma bellezza, con pura innocenza!
E l’hai unito e piantato nel corpo, che hai formato dal limo della terra. Quest’albero l’hai creato libero, e gli hai dato dei rami, che sono le facoltà dell’anima: la memoria, l’intelletto e la volontà.
E quale frutto hai messo nella memoria? Di conservare. Nell’intelletto? Di discernere. E nella volontà? Di amare. O albero piantato in tanta bontà e bellezza dal tuo giardiniere!
Ma quest’albero, che nacque innocente, cadde per la disobbedienza, e da albero di vita divenne albero di morte, e perciò non produceva che frutti di morte; per questo tu, altissima ed eterna Trinità, come ebbro d’amore e pazzo della tua creatura, vedendo che quest’albero non poteva fare altro che frutti di morte perché era separato da te che sei la vita, gli hai dato il rimedio con quello stesso amore col quale l’avevi creato, innestando la tua divinità nell’albero morto della nostra umanità.
O dolce e soave innesto: tu somma dolcezza ti sei degnato di unirti con la nostra amarezza; tu splendore, con le tenebre; tu sapienza, con la stoltezza; tu vita, con la morte; e tu infinito con noi esseri finiti.
Che cosa ti ha spinto a ridare la vita, nonostante che questa tua creatura ti abbia così tanto offeso? Solo l’amore. E per questo innesto la morte è dissolta.
E non è bastato alla tua carità aver fatto questa unione con la sua creatura! Perché tu, Verbo eterno, hai innaffiato questo albero col tuo sangue. E questo sangue col suo calore lo fa germogliare, se l’uomo liberamente innesta se stesso in te e a te unisce il suo amore e il suo cuore, legando e avvolgendo questo innesto con la fascia della carità, e seguendo il tuo insegnamento.
Poiché non possiamo né dobbiamo seguire il Padre, perché lui non è passibile, noi ci dobbiamo conformare e innestare in te attraverso la via della sofferenza e del santo desiderio della croce.
Sicché per te, vita, produciamo frutto di vita, se ci vogliamo innestare in te. E così si vede che ci hai creati senza di noi, ma non ci vuoi salvare senza di noi.
Quando siamo innestati in te, allora i rami che tu hai dato al nostro albero portano i loro frutti: la memoria si riempie del continuo ricordo dei tuoi benefici, l’intelletto si specchia in te per conoscere perfettamente la tua verità e la tua volontà, la volontà vuole amare e seguire quello che l’intelletto ha visto e conosciuto. E così un ramo porge dei frutti all’altro: per la conoscenza che l’uomo ha di te meglio si conosce e odia se stesso, cioè la propria sensualità.
O amore, inestimabile amore, meravigliose sono le cose che tu hai operato nella tua creatura dotata di ragione. E se tu, Dio eterno, mentre l’uomo era albero di morte lo hai reso albero di vita, innestando la tua vita nell’uomo - benché molti per le loro mancanze non producano altro che frutti di morte, perché non innestano se stessi in te che sei vita eterna - così ora puoi provvedere alla salvezza di tutto il mondo, che oggi vedo non innestarsi in te. Anzi, ognuno quasi sta nella morte della propria sensualità, e nessuno va alla fonte dove sta il sangue per innaffiare il proprio albero.
La vita eterna è tra noi e non è conosciuta da noi, ignoranti creature!
O miserabile, o cieca anima mia, dov’è il tuo grido? Dove sono le lacrime che tu devi versare al cospetto del tuo Dio che continuamente t’invita? Dov’è nel tuo cuore il dolore per gli alberi che stanno piantati nella morte? Dove sono i tormenti dei tuoi desideri al cospetto della divina pietà?
Non ci sono in me, perché ancora non sono morta a me stessa. Perché se fossi morta e avessi cercato soio Dio e la gloria e la lode del suo nome, il cuore mi uscirebbe dalla bocca e le mie ossa stillerebbero il midollo; ma io ho prodotto solo frutti di morte perché non mi sono innestata in te.

3. MERAVIGLIE DELL’ANIMA INNESTATA

Quanta luce, quanta dignità riceve l’anima innestata veramente in te! O smisurata larghezza! La memoria offre alla nostra considerazione che siamo tenuti e obbligati ad amarti e seguire la dottrina e gli esempi del Verbo tuo Figlio unigenito; ma senza la luce della fede non possiamo seguire la dottrina e gli esempi di Cristo, per cui l’intelletto si sofferma e fissa lo sguardo in quella luce per conoscere, e subito la volontà ama ciò che l’intelletto ha veduto e conosciuto. E così un ramo porge all’altro il suo frutto di vita. Da dove trai i frutti di vita, o albero che da te stesso sei sterile e morto? Dall’albero della vita; perché se tu non fossi innestato in lui non potresti produrre alcun frutto da te stesso, perché tu sei un nulla.
O verità eterna, amore inestimabile! Così come tu ci hai dato frutti del fuoco d’amore, di luce e di obbedienza pronta - per la quale da innamorato hai abbracciato l’obbrobrio della morte di croce e hai dato a noi quei frutti in virtù dell’innesto della tua divinità nella nostra umanità, e per l’innesto del tuo corpo nell’albero della croce - così l’anima innestata veramente in te non si preoccupa di alcun’altra cosa se non del tuo onore e della salvezza delle anime. E diventa fedele, prudente e paziente.
Vergognati, uomo, vergognati perché, a causa dei tuoi difetti, ti privi di tanto bene e ti fai degno di tanto male. Il bene che fai non giova a Dio, né il male gli nuoce, ma egli si compiace che la sua creatura produca frutto di vita, perché ne riceva ricompensa infinita e giunga al fine per il quale ci ha creati tutti.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me.
Unisci, verità eterna, e innesta in te coloro che mi hai dato, perché io li ami di un amore speciale, perché producano frutti di vita.
Vedo, o infinita bontà, che come tu mandi la rugiada della luce soprannaturale nell’anima unita a te, dandole pace e quiete di coscienza, così con la rugiada dei tuoi servi toglierai la guerra e le tenebre, e darai pace e luce alla tua sposa, la Chiesa. Così io ti supplico, o Dio pietoso, dolce e benigno.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me.
Amen.

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