Johnny Cash "HURT" American IV (The Man Comes Around - 2002)
American IV: The Man Comes Around è un album di Johnny Cash pubblicato nel 2002, il quarto della serie "American Recordings" prodotta da Rick Rubin. È stato l'ultimo album pubblicato da Cash mentre era ancora vivo; sarebbe morto l'anno successivo, pochi mesi dopo l'amatissima moglie June Carter Cash. La serie American Recordings è comunque continuata con dischi postumi, sempre curati da Rick Rubin.
L'album contiene due nuove versioni di vecchi successi di Cash, un solo pezzo scritto per l'occasione (la title track che apre il disco) e molte altre cover reinterpretate da Cash. Tra di esse, spicca
Hurt dei Nine Inch Nails, il cui video sarà poi vincitore di un MTV Video Music Awards nella categoria Best Cinematography. L'album è stato un successo di critica ma anche di pubblico: per Cash fu il primo album non-compilation a vincere il disco d'oro (500.000 copie vendute in USA) dopo 30 anni.
Tra gli ospiti del disco, scelti da Rubin, spiccano Nick Cave (in I'm So Lonesome I Could Cry) e Fiona Apple (in Bridge over Troubled Water).
Tracce:
The Man Comes Around – 4:26 - (Cash)
Hurt – 3:38 - (Reznor)
Give my Love to Rose – 3:28 - (Cash)
Bridge Over Troubled Water – 3:55 - (Paul Simon)
I Hung My Head – 3:35 - (Sting)
The First Time Ever I Saw Your Face – 3:52 - (Ewan MacColl)
Personal Jesus – 3:20 - (Martin Gore)
In My Life – 2:57 - (John Lennon, Paul McCartney)
Sam Hall – 2:40 - (Tex Ritter)
Danny Boy – 3:19 - (Frederick Weatherly)
Desperado – 3:13 - (Glenn Frey, Don Henley)
I'm So Lonesome I Could Cry – 3:03 - (Hank Williams)
Tear Stained Letter – 3:41 - (Cash)
Streets of Laredo – 3:33 - (tradizionale)
We'll Meet Again – 2:58 - (Charles, Parker)
Musicisti:
Johnny Cash - Voce, chitarra, chitarra acustica
Don Henley - batteria, pianoforte, voce
Fiona Apple - voce
Nick Cave - voce
Mike Campbell, John Frusciante, Randy Scruggs - chitarra acustica, chitarra
Thom Bresh, Jeff Hanna, Kerry Marx, Marty Stuart -chitarra acustica
Smokey Hormel - chitarra acustica, slide guitar, chitarra
Jack Clement - Dobro
Joey Waronker - batteria
David R. Ferguson - Ukulele, mixer
Laura Cash - fiddle
Terry Harrington - clarinetto
Benmont Tench - organo, piano, armonica, Mellotron, vibraphone, Wurlitzer
Roger Manning - piano, Mellotron, Chamberlin
Billy Preston - piano
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L'ultimo singolo di Cash proveniente dagli American Recordings fu una cover "
HURT" composta da Trent Reznor.
Il brano suonò come l'ultimo respiro musicale di un uomo ammirato per la sua onestà e sincerità.
La canzone parla dei dolori causati dalla dipendenza da eroina - di queste cose Cash ne aveva fatto propie quelle immagini forti, e i versi erano diventati una malinconica riflessione sulla propia mortalità.
Il video fu diretto da Mark Romanek - le immagini in esso contenute, furono prelevate dall'ex museo "House Of Cash" ridotto in rovina e danneggiato dall'inondazione, dove i trofei un tempo preziosi e lascito di un successo..., giacevano adesso abbandonati e distrutti a pezzi.
Trent Reznor aveva forse in mente lo squallore della dipendenza alle droghe quando creò la frase "
Il mio impero di fango", ma la voce oramai appena percettibile e stanca di Cash la rivestiva di un significato nuovo.
Tutti gli imperi prima o poi finiscono nel fango, anche quelli dello spettacolo. Cash, che era un cristiano e amava la bibbia, di sicuro ricordava le parole di Gesù: "
Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; Accumulatevi invece tesori nel cielo, dove nè tignola nè ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perchè la dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore".
(MT. Cap. 6, versi 19-21) -
Uno tra i passi biblici preferiti del sottoscritto-
Ritornando al video, questi ci mostra delle inquadrature del volto stravolto di Cash che canta e suona la chitarra, alternate a immagini dell'uomo giovane che era un tempo: Possente, spavaldo, e dai folti capelli bruni, oppure... Cash a San Quentin, o che saluta da una locomotiva di un treno a vapore, o che ride con l'amata June nel retro di una roulotte durante un tour.
La verità della bellezza che sfiorisce, dei successi terreni dimenticati, dei legami umani spezzati, filtra dalle immagini in modo potente e silenzioso. "HURT" teneva fede al suo titolo: Produceva negli spettatori un groppo alla gola, brividi sulla cute, e forse anche una lacrima.
Il momento più emozionante del video è quando Cash canta: "
Cosa sono diventato, amica mia dolcissima'? ...tutti quelli che conosco alla fine se ne vanno".
Mentre Cash canta quei versi, la cinepresa inquadra June, in piedi in fondo a una scalinata che lo guarda con ammirazione mista a pietà, e porta dipinti sul volto stupore e dolore. Davvero...!,
cos'era diventato il suo uomo? vecchio, canuto, debole, quasi cieco e diabetico. Ma..., in tutto questo, lei rimase senza alcun dubbio la sua "amica dolcissima".
Il labbro di June era tremante come se sapesse che stava guardando il propio amato cantare il suo testamento definitivo. Ma potrebbe anche trattarsi di consapevolezza della propia mortalità e della prospettiva di poter morire prima del suo consorte.
Probabilmente l'autore del video non poteva sapere (
quando riprese June in primo piano), che il giorno prima esattamente il 17 ottobre, le fu diagnosticato un serio problema ad una valvola cardiaca.
(Di lì a poco sarebbe stata condotta al suo lungo viaggio verso la morte).
[Modificato da marco31768 27/03/2013 23:21]