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Nel mondo sono presenti numerose tradizioni che metto in relazione la trinità con la causa prima, possiamo trovare questa struttura concettuale in india, iran, egitto, roma, grecia e altri popoli. Il riunire divinità in triadi è relativa al fatto che si pensava che il numero tre riuniva varie cose come una suddivisione del cosmo e le manifestazioni della vita. Cercando di portare ordine in una foresta di divinità si riunivano gli Dei in famiglie normalmente composti da una divinità, il coniuge e il figlio.
Esempio fondamentale e eclatante è l'antico egitto, erano particolarmente presi dal problema di chi era il più vecchio degli esseri: Nun, Atum, Shu o Tefnut. Dopo vari studi giunsero alla conclusione che Atum era immanente di Nun e che Shu era contemporaneo di Atum. Si formò così la trinita: Atum-Shu-Tefnut.
Si riteneva che Atum avesse generato dalla propria saliva il dio Shu e la dea Tefnet, che avevano a loro volta generato Geb e Nut, che ebbero come figli Osiride e Seth con le loro sorelle Iside e Nefti.
Con Atum gli otto Dei formavano la ‘Grande Enneade di Eliopoli’ (immagine a sinistra) cui fece presto seguito la ‘Piccola Enneade’ che comprendeva Horo, Thoth, Anubi, Maat e altre divinità di minore importanza. La Grande Enneade agisce come un’unica divinità: tutti gli Dei che ne fanno parte sono perciò identificati in un’unica persona, rappresentano aspetti particolari di un’unica essenza divina.
Le trinità della mitologia egizia sono diverse, ecco le principali:
Osiride-Iside-Horus (nell'immagine sotto)
Ptah-Sekmet-Nefertem (triade di Menfi)
Amon-Khonsu-Mut (triade di Tebe)
Khnum-Satet-Anuket (triade di Elefantina)
Nel 1930 a Gerico sono state portate alla luce tre statue di grandezza naturale rappresentanti un dio-padre barbuto, una dea-madre e un dio-bambino, che rappresentano uno dei più antichi esempi del culto di una trinità fecondatrice.
Vediamo ora altri esempi di trinità.
Dalla Mitologia greca ecco alcune triadi:
Iperione, figlio di Urano e Gea, generò con la sorella Teia la triade composta da Elio (Sole) – Selene (Luna) – Eos (Aurora).
Latona, personaggio della mitologia greca, la vede di solito strettamente associata e costituisce una triade con Apollo e Artemide.
Altri concetti di trinità nella mitologia greca possiamo trovarli in Chronos il Dio assoluto che genera prima due persone: Etere e Caos e poi la terza Fanete. La stessa Fanete in seguito viene identificata in tre personalità quali Fanete colei che appare o mostra, Eros l'amore e Metide colui o colei dal saggio consiglio. Altra rappresentazione trinitaria era Caos-Gea-Eros il cui significato era che dallo spazio vuoto e la terra ebbe origine l'amore.
Le divinità della triade greca Dionisio-Demetra-Core vennero introdotte a Roma nel 496 a.C. con i nomi, rispettivamente, di Liberio-Cesare-Libera. Sempre a Roma troviamo Giove-Giunone-Minerva (sotto).
Una creazione religiosa tipicamente romana pare essere la costruzione della triade divina formata da Giove-Marte-Quirino che riflette probabilmente la struttura della società: Giove vi corrisponderebbe alla funzione sacerdotale e regale, Marte a quella guerriera, Quirino a quella dei produttori.
Mercurio è sovente rappresentato con tre teste e rappresenta un esmpio di trinità tricefala molto presente nella scultura romanica francese.
La Mitologia Etrusca comprende la trinità di Tinia-Uni-Menvra.
Nella regione scandinava venivano venerate le statue di tre divinità: la più potente, Thor, aveva il trono al centro, Odino (Wodan) e Fery (Fricco Freyr o Fro) invece ai suoi fianchi.
Honir, divinità della mitologia germanica, insieme con Odino e Lodhur, costituisce una triade.
Nella area babilonese a assira si credeva che l'universo fosse diviso in tre parti e queste parti governate ognuna da tre dei: Anu che governava il cielo, Enlil che dominava la terra e Ea che era il sovrano delle acque, essi costituivano la triade dei Grandi Dei.
Nei primi secoli d.C. il culto di Mitra era la religione più diffusa nell’Impero romano. Nel culto di Mitra, vi è una triade formata da: Ormuzd-Anahita-Mitra.
Ricorre spesso il numero tre nelle religioni orientali. Un esempio: Brahma, Visnù e Shiva (immagine sotto): definizione politeistica della Trimurti. Trimurti, concezione indù che considera il mondo retto da una trinità divina composta da Brahma, dio creatore, Visnù, conservatore, e Shiva, distruttore. Ognuna di queste divinità fa capo, a sua volta, alla sua Trimurti.
Delle tre persone della Trimurti, la più importante all’origine è Brahma, il dio che ha i poteri della creazione. Ma appunto per questo agli induisti Brahma sembra più lontano. Più alto, meno visibile, meno rappresentabile. Alla lunga passa in secondo ordine e viene nominato sempre meno nei testi più recenti. Il posto principale nella Trimurti finisce per essere preso da Visnù.
Trimurti è il termine religioso del tardo bramanesimo, che indica la trinità delle forze cosmiche nell’unità del dio.
La trimurti è stata intesa come la triplice potenzialità del dio assunto a Signore Supremo e artefice, attraverso emanazioni divine, della creazione, della durata e della distruzione dell’universo.
Trimurti, (che ha tre aspetti), nell’induismo indica una triade divina, rappresentata nell’iconografia come un essere umano con tre volti, costituita da Brahma, Visnù, Shiva, alludente alla fondamentale unità divina con i tre aspetti creatore, conservatore e distruttore (o rinnovatore) dell’universo.
Un teologo ha scritto: ‘Colui che è Shiva è pure Visnù, e quegli che è Visnù è pure Brahma: una natura, ma tre déi, Shiva, Visnù e Brahma’.
Trikaya (i tre corpi): da essi ha tratto il nome una dottrina del buddismo Mahayanico che presenta una certa corrispondenza con quella cristiana della Trinità. La Bodhi (l’illuminazione, la conoscenza) si manifesta in un triplice corpo: come Dharmakaya, che è il vero essere del corpo, come Nirmanakaya, o corpo trasformato o della forma, come quello rivestito dal Buddha storico, e come Sambodakaya, o corpo della beatitudine, considerato dalla comunità buddista come quello della salvezza.