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Ultimo Aggiornamento: 03/06/2010 17:06
19/02/2009 01:34
 
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E ora aspetto l'esito dei processi eccellenti

"In Italia i notabili non si sono limitati a saccheggiare ma hanno intaccato i princi' pi della democrazia e legiferato rendendosi responsabili di omicidi, come per la legge sulla droga" "La canzone non e' il mezzo civile piu' idoneo a contestare il sistema ma continuero' ad usarla" Una ricca eredita' spirituale paterna e un maestro di pensiero come Brassens, ma un senso di colpa: "quello di aver scelto un lavoro che suscita piu' fantasie che impegno rivoluzionario" "La vera ricchezza del Sud e' la forza morale dei lavoratori Penso che pochi leghisti vogliano separare l' Italia. Sono per il decentramento amministrativo" Fu rapito con Dori Ghezzi ma continua ad amare la Sardegna "perche' la gente sarda e' rivolta al futuro ma rispettosa dei valori passati"

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SANTA TERESA DI GALLURA (Sassari)
"Venite in Sardegna, resterete rapiti", insinuava uno slogan turistico nella meta' anni Sessanta. Ci fu chi lo prese sul serio. Anche troppo. Come dimostrano gli oltre cento sequestri di persona compiuti da allora fino al quindici luglio scorso. E ci fu chi si lascio' allettare. Al punto da essere "rapito" due volte: dalle aspre bellezze naturali (come promesso dallo slogan), e dai non meno violenti banditi. Eppure per Fabrizio De Andre' , che con Dori Ghezzi fu costretto, quattordici anni fa, a bere, nell' "hotel Supramonte", per centodiciassette interminabili giorni, il "fiele amaro" dell' altra faccia dell' ospitalita' sarda, l' Italia di oggi ha rivelato l' esistenza di "crimini peggiori del rapimento: sono i delitti compiuti dai notabili". Non ha paura, Fabrizio, di parlare come canta. Impegnato a "studiare" un possibile disco con Ivano Fossati ("Siamo affini umanamente e politicamente") e a tappare il buco che rischia di prosciugargli un laghetto per irrigazione appena formato nella sua campagna, De Andre' non perde d' occhio un attimo il panorama politico giudiziario nazionale. Quello naturale offerto dalla sua casa delle vacanze inviterebbe a ben altri sogni e riflessioni. Quasi arroccata sulla punta estrema di questo affascinante paese incastonato nel promontorio che quasi si congiunge con la Corsica, l' abitazione (in affitto) sembra a ogni istante essere sommersa da cavalloni simili a greggi di pecore sconvolte dal maestrale estivo, in una pianura increspata dai mille colori trasparenti: verde, azzurro, blu... "Come si fa a non amare questa terra . mormora Fabrizio, impegnato meccanicamente ad accendere e consumare sigarette Ms blu .. Ci sono venuto per la prima volta nel 1968, come turista, e da allora sono andato a caccia di un pezzo di terra dove fermarmi. Nel 1976 ho trovato a Tempio un centinaio di ettari e sono diventato allevatore di vitelli. La mia (allora) compagna e ora moglie, Dori, mi segui' , felice. E' la tenuta dell' Agnata". Ben nota a tutti, rapitori compresi. . Quei "mal fattori" scontano decenni di carcere. E i protagonisti di Tangentopoli? Dacia Maraini, nella generale deplorazione per il rapimento di Farouk Kassam, ebbe il coraggio di scrivere: "Come pretendere che degli ex pastori rinuncino a un modo cosi' facile di guadagnare, quando i signori della politica, con tanto di delega stigmatizzata dal voto, non sono capaci di rinunciare agli altrettanto facili guadagni a scapito della cosa pubblica"? "Sul sequestro di persona si sono scritti fiumi di inchiostro. E' un delitto odioso tanto piu' se perpetrato contro donne e bambini, ma neppure lontanamente paragonabile all' omicidio o alla strage. Io pero' mi spingerei un po' oltre il giudizio di Dacia Maraini. Vuole il caso, infatti, che notabili del nostro Paese, raggiunto l' apice del potere, non si siano limitati a saccheggiare i loro simili di ampie porzioni di liberta' col restringerne le disponibilita' economiche, ma abbiano intaccato quei principi democratici che garantiscono a tutti, come minimo, una decorosa sopravvivenza. E hanno fatto di piu' , perche' hanno anche legiferato talvolta in modo da rendersi responsabili di omicidio: vedi la legge sulla droga e i non pochi casi di suicidio da parte di giovani scaraventati in galera perche' in possesso di qualche grammo di marijuana. E a proposito di crimini peggiori del sequestro, tutti aspettiamo l' esito dei processi eccellenti". . A proposito di Sardegna: perche' c' e' rimasto? Con lei questa terra e' stata matrigna... "Ho ritrovato nella maggior parte degli abitanti da me conosciuti, balordi a parte s' intende, il rispetto di quella scala di valori morali che mi porto appresso grazie all' esempio di mio padre. In nessun altro luogo esiste come tra i sardi la solidarieta' e soprattutto il rispetto nei confronti degli anziani e l' amore per i bambini: un' etnia rivolta al futuro e rispettosa del passato. Quale distanza da quel cartello di un giardino di Caserta, visto da mio figlio Cristian, dove era scritto: "Vietato picchiare i vecchi". . Una scala di valori che sembra perduta nel "Continente". A quali riflessioni la spinge, allora, la sua tensione morale di fronte alla scoperta che vivevamo in un mare di amoralita' ? "La mia umana "incazzatura", che lei garbatamente definisce tensione morale, mi fa pensare che, malgrado tutto, contro la disintegrazione di una coscienza collettiva, usiamo solo deterrenti: lo spauracchio della galera e delle sue conseguenze pratiche. E se mi felicito che tale deterrente sia stato posto in essere, sono pero' convinto che una coscienza collettiva, una morale comune si possano ricostruire con la pratica della ragione e con gli esempi di rettitudine, soprattutto da parte di chi guida il Paese". . Non si meraviglia, allora, che a Mario Moretti sia stato detto per strada, a Milano: "In fondo non eravate i peggiori..." "Questa non e' solo una convinzione da bar se e' vero che addirittura eminenti ecclesiastici bollarono il brigatismo nell' uso dei mezzi e non nell' ideale raggiungimento dei fini". . Quel terrorismo non c' e' piu' . Ma la protesta e l' indignazione hanno favorito e legittimato democraticamente un nuovo movimento politico, la Lega. Sono cose diverse, ma una "rivoluzione" e' in atto. A quale prezzo? "La maggioranza della base e dei vertici leghisti, intemperanze demagogiche a parte, non ha alcuna intenzione di separare l' Italia. Aggiungerei, e qui mi scappa da ridere, che la recente scoperta del giacimento petrolifero nel canale d' Otranto convincera' anche i piu' recalcitranti che il Paese unito da' maggiori garanzie di ricchezza. Anche se la vera ricchezza del Sud risiede nella capacita' e nella forza morale dei lavoratori, di uomini di pensiero e artisti. Se poi il prezzo da pagare consistesse in un reale decentramento amministrativo, lo considererei un guadagno, cosi' come, da anarchico, e' un buon segno il fatto che l' ideologo della Lega abbia dimostrato, primo fra i leader dei partiti, di essersi almeno letto gli scritti di Henry Thoreau, un classico del pensiero libertario. Peccato che il professorMiglio abbia citato in modo impreciso un' affermazione del Thoreau, e cioe' : "Il governo migliore e' quello che governa meno". (Quella giusta e' : "Il miglior governo e' quello che non governa affatto"). Ho solo un rammarico: la sfida del federalismo sarebbe stato piu' giusto l' avesse vinta il Partito sardo d' Azione. Non fosse altro che per la tradizione piu' radicata, e di sinistra". . E quel De Andre' che ha incarnato la coscienza (inquieta, moralista, radicale) di generazioni non si sente in colpa? "Forse la mia colpa consiste proprio nell' aver scelto questo mestiere. Per quanto socialmente impegnata sia una canzone, essa non puo' che scalfire la sensibilita' dell' ascoltatore: le ipodermoclisi servono a poco quando occorrono le endovenose e le metafore nutrono piu' volentieri la fantasia che non l' impegno rivoluzionario. Forse non ho scritto delle brutte canzoni, l' impegno civile non e' mancato, ma il mezzo non si e' rivelato idoneo a sollecitare travolgenti indignazioni o rivendicazioni. La mia piccola arte suggerisce di piu' la contemplazione statica che non il dinamismo della ribellione. Il mio "errore" politico sta nell' uso eccessivo di quell' impulso primario chiamato compassione". . Oggi che lei e' nonno (tre volte), marito e padre (per la seconda volta), senza la grande figura paterna, puo' spiegare che cosa la spinse, giovanissimo, sulla strada della protesta? "Mio padre, contrariamente a quanto per anni e' stato scritto, era di origini modeste. Il benessere comincio' ad aggirarsi in casa dopo che lui aveva superato da tempo i 40 anni. Forse nasce da queste radici la sua mai abbastanza ringraziata accondiscendenza a lasciarmi libero di vivere nella strada. E nella strada ho imparato a vivere, come prima di me, probabilmente, aveva imparato lui. Inoltre mio padre, mazziniano convinto e quindi non lontano da certe idee libertarie, quando ritornava dalla Francia non si dimenticava mai di portarmi un disco di George Brassens, poeta e cantante anarchico, che adottai subito come fonte di tecniche espressive e come maestro di pensiero. Dal canto suo, la mamma, piu' propensa nei confronti miei e di mio fratello ad una frequentazione socialmente piu' qualificante, riusci' a vincere poche battaglie. Furono, anzi, proprio le sporadiche immersioni nella societa' "bene" di Genova a spingermi dalla parte della vita vissuta, della spontaneita' , della solidarieta' innata, anche se a volte duramente educativa. In questa microsocieta' conobbi la differenza di classe, i compartimenti stagni che dividevano chi la storia la faceva da chi era costretto a subirla. La scelta per me fu quasi un obbligo civile oltre che un' attrazione piacevolmente formativa". . Che cosa avrebbe detto suo padre di fronte a tutti questi misfatti di politici e imprenditori? "Probabilmente sarebbe emigrato in Francia e avrebbe tentato di convincerci a seguirlo. Forse lo avrei fatto, ma ora, senza di lui, mi sentirei quasi perduto. Cosi' resto in Italia, anzi in Sardegna, perfino otto mesi l' anno, resistendo alla malia di Milano dove pure mia figlia studia. E vivo ricco della eredita' morale di mio padre e proporzionalmente povero di quella materiale. Papa' non ci lascio' neppure una casa. Mia madre, a 82 anni, vive ancora in affitto a Genova". .Chi e' dunque De Andre' in quest' estate ' 93, lontano da un anno dai concerti e senza disco da tre? "Vivo questo periodo con il pensiero velato, ma con l' ansia di un cuore gonfio. Continueremo a contestare questo fottuto sistema, convinti di non essere ne' soli ne' pochi a desiderare di cambiarlo, anche se nello spazio della nostra generazione ci rimarra' il rimpianto di non avere potuto vedere attuata, neppure in vitro, quella assenza di governo e di Stato che le nuove generazioni otterranno se saranno piu' mature di noi. Anche per questo fine ci siamo battuti, con o senza chitarra".

FABRIZIO DE ANDRE'
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