Associazione Italiana di Campanologia 

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richiesta informazioni sistema automatico suono campane

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2014 22:55
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Registrato il: 19/12/2011
Età: 73
20/12/2011 20:47

Buonasera a tutti!
Cerco notizie sulla partecipazione della fonderia Roberto Mazzola di Valduggia alla esposizione di Torino del 1928 ed in particolare sulla presentazione, in quella occasione, dell"elettrautofono", un apparecchio per suonare elettricamente le campane, brevetto del sacerdote Don Pasquale Balestracci, parroco di S.Benedetto di Riccò del Golfo (SP).
Dovrebbe essere un antesignano dei moderni sistemi, e quella mi risulta essere, al momento, la segnalazione più antica (e forse la prima presentazione in pubblico) di quello strumento che ho potuto ricavare dall'archivio parrocchiale di S. Benedetto, che conserva numerose carte relative allo stesso,di cui ho scoperto con sorpresa l'invenzione da parte di quel parroco.
C'è qualcuno che mi possa aiutare, anche con un minimo indizio od un consiglio sul percorso di ricerca?
Questo è il mio primo intervento, che spero di aver inserito al posto giusto: così non fosse, chiedo scusa e chi può provveda al più opportuno spostamento ricollocandolo opportunamente.
La domanda è tosta...
Grazie dell'attenzione,cordiali saluti ed i migliori auguri per le prossime feste.
Giorgio
01/10/2012 22:57

Campane automazioni
Io sono contro l'automazione
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Età: 73
18/11/2012 22:10

precisazione
Non cercavo pareri sul sistema automatico di suono, ma su notizie "storiche" circa l'introduzione dello stesso, indipendentemente dalla sua ... come dire? opportunità, accettabilità, gradevolezza (... mi mancano altri aggettivi...)
Continuo a cercarle per il caso specifico indicato all'inizio, ed assicuro che, se le trovo, ne renderò conto.
E ringrazierò chi mi avrà aiutato a trovarle.
Non trovandole, per non lasciare il post, inserito con una domanda, privo della stessa, a suo tempo riferirò comunque dei risultati, sia pur incompleti rispetto alle aspettative attese.
Salutissimi: Giorgio
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Città: VICENZA
Età: 61
19/11/2012 09:18

Purtroppo io non ne sono a conoscenza però credo che qualcuno del nostro gruppo di appassionati possa dare precise informazioni e penso a Giotto o Flavio che hanno sicuramente le mani in pasta e conosconoo bene le fonderie Mazzola. Magari potresti mandare loro un messaggio privato tramite il forum. In bocca al lupo e...attendo con molta curiosità!
ALberto
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Età: 73
05/05/2014 21:49

... la mia risposta..
Avevo richiesto informazioni, non ne sono arrivate; non è un problema.
Ma avevo promesso di riferire dei risultati, cosa che faccio tardivamente, allegando il testo di un intervento pubblicato sulla rivista "chiesa locale", organo ufficiale della diocesi della Spezia Sarzana Brugnato, che riassume i temi proposti.
Potevo far di meglio...
Sto provando ad allegare un file di testo, ma non ci riesco: caricando il file, pare si carichi, ma in anteprima non lo vedo. Non vorrei che ve ne trovaste quattro o cinque per il fatto di aver insistito...
Come fare? Aiutateli,i pensionati molto poco pratici...
Grazie.
Chi può mi contatti per e-mail
giorgino [SM=g7556]
[Modificato da giorgio1950 05/05/2014 21:54]
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14/07/2014 22:18

Re: ... la mia risposta..
giorgio1950, 05/05/2014 21:49:

Avevo richiesto informazioni, non ne sono arrivate; non è un problema.
Ma avevo promesso di riferire dei risultati, cosa che faccio tardivamente, allegando il testo di un intervento pubblicato sulla rivista "chiesa locale", organo ufficiale della diocesi della Spezia Sarzana Brugnato, che riassume i temi proposti.
Potevo far di meglio...
Sto provando ad allegare un file di testo, ma non ci riesco: caricando il file, pare si carichi, ma in anteprima non lo vedo. Non vorrei che ve ne trovaste quattro o cinque per il fatto di aver insistito...
Come fare? Aiutateli,i pensionati molto poco pratici...
Grazie.
Chi può mi contatti per e-mail
giorgino [SM=g7556]




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14/07/2014 22:30

Re: ... la mia risposta..
giorgio1950, 05/05/2014 21:49:

Avevo richiesto informazioni, non ne sono arrivate; non è un problema.
Ma avevo promesso di riferire dei risultati, cosa che faccio tardivamente, allegando il testo di un intervento pubblicato sulla rivista "chiesa locale", organo ufficiale della diocesi della Spezia Sarzana Brugnato, che riassume i temi proposti.
Potevo far di meglio...
Sto provando ad allegare un file di testo, ma non ci riesco: caricando il file, pare si carichi, ma in anteprima non lo vedo. Non vorrei che ve ne trovaste quattro o cinque per il fatto di aver insistito...
Come fare? Aiutateli,i pensionati molto poco pratici...
Grazie.
Chi può mi contatti per e-mail
giorgino [SM=g7556]



NON HO AVUTO RISPOSTE.
FACCIO UN ULTIMO TENTATIVO, ALLEGANDO, SE MI RIESCE,CON LA FUNZIONE "COPIA-INCOLLA" IL TESTO.
Di: Saporiti Giorgio

Un sacerdote "inventore" a San Benedetto di Riccò del Golfo.

L'ultimo archivio parrocchiale che è stato trasferito dalla propria sede agli scaffali dell' Archivio Storico Diocesano presso la Biblioteca Niccolò V° di Sarzana, è quello di S. Benedetto di Riccò del Golfo.
Come per tutti gli altri, al suo arrivo, ne è stato curato l'inventario, strumento indispensabile, oltre che ad individuarne gli aspetti peculiari del contenuto, a permetterne la consultazione a chi ne avrà interesse.
Per ognuno degli archivi parrocchiali trasferiti nella sede sarzanese degli Archivi Lunensi, oltre ai registri canonici (battesimi, matrimoni morti, cresime, contabilità) ed a quelli relativi a compagnie e confraternite istituite nel tempo in parrocchia, numerose sono le carte "varie", esaminando le quali ci si trova di fronte alla testimonianza di fatti tra più disparati, dai più irrilevanti a quelli altamente significativi.
Tra le carte di S. Benedetto, abbiamo trovato ben tre cartelle contenenti atti riguardanti le campane, la loro fusione o rifusione, la loro manutenzione, la meccanizzazione del suono: fatto a dir poco inusuale e mai riscontrato prima in archivi di altre parrocchie, compresa ad esempio quella di S. Maria Assunta a Sarzana, dove ad essere gestiti erano ben due campanili, quello della cattedrale e quello della battesimale di S. Andrea.
Esaminandole meglio in seguito al loro riordino cronologico (erano pervenute in cartelle separate dove risultavano collocate senza ordine), è stato possibile accertare che celavano, nientemeno che la testimonianza dell'opera di un sacerdote "inventore", Don Pasquale Balestracci, parroco di San Benedetto per lunghi anni.
Questi era originario di Filattiera, dove nacque il 22 maggio 1873, e fu ordinato a Sarzana il 9 giugno 1900. Dapprima nominato rettore a Sorbolo, dal 1904 fu parroco a S. Benedetto, parrocchia che resse fino al 1949 quando la morte lo colse, per attacco cardiaco, il 20 aprile: quasi mezzo secolo (... una vita!), vissuto a cavallo di due guerre, l'ultima delle quali lasciò tracce dolorose proprio a S. Benedetto.
Dalle carte dell'archivio parrocchiale, si rileva la sua attenzione ampia ed attiva al governo della parrocchia: la cura degli edifici (chiesa e canonica), dei terreni del beneficio parrocchiale ed alla loro gestione, l'attività pastorale, feconda anche se turbata dai contrasti che portarono allo smembramento ed alla costituzione in parrocchia autonoma della frazione di Quaratica.
Ci preme evidenziare il fatto che ci ha lasciato copia delle tracce delle numerose prediche tenute durante l'anno, e per più anni, come ben pochi parroci hanno curato di conservare e tramandare.
Tra le carte relative alla pratica "campane" sono conservati numerosi suoi scritti, redatti con l'inconfondibile grafia nervosa e talora difficile da leggere, molti dei quali su carta intestata con la dizione a grossi caratteri maiuscoli su di una riga a piena pagina: "ELETTRAUTOFONO" e sotto, a caratteri più piccoli "BREVETTO SAC. P. BALESTRACCI" - "Apparecchio per suonare autoelettricamente un qualsiasi concerto di campane". Impaginata a sinistra, sotto quelle scritte, la riproduzione fotografica di un meccanismo, l'elettroautofono, appunto, la sua invenzione.
Da quelle carte (in gran parte minute di risposte), dalle lettere dei suoi interlocutori ed altri documenti (ritagli di giornale, depliants), è stato possibile ricostruire la sua attività di "inventore" come illustrata di seguito.
Il documento più "antico" che la testimonia è una cartolina invito che trascriviamo di seguito:
"INVITO - La S.V. è invitata a presenziare all'esperimento dell' ELETTRAUTOFONO che avrà luogo dalle 15 alle 18 del 2-3 e 4 set. 928 nell'ESPOSIZIONE DI TORINO. Questo meraviglioso apparecchio, attualmente applicato al grandioso concerto di campane esistente nello STAND della Ditta Roberto Mazzola fu Pasquale di Valduggia, darà agli intervenuti una dimostrazione pratica e precisa dei suoi pregi e della sua indiscutibile utilità. L'esperimento dell'ELETTRAUTOFONO unico apparecchio del genere e brevettato in tutti gli stati, otterrà, siamo certi, il plauso ed anche l'interessamento della S.V. per cui, gradiremo particolarmente l'onore del Vostro intervento. Ringraziamenti ed ossequi - Ditta "ELETTRAUTOFONO" S. Benedetto (Spezia).
La descrizione sommaria dell'apparecchio la troviamo poi in un pieghevole (non datato) destinato a pubblicizzarla, che ne riproduce in prima pagina l'immagine e di seguito ne indica le caratteristiche. Ne riportiamo un estratto:
"Ill.mo e Rev.mo Signor ...
Essendo a conoscenza di tutti gli inconvenienti, difetti e quanto altro che sino ad oggi si sono verificati e si verificano ovunque per il suono delle campane dove non è possibile eseguire con i mezzi oggi esistenti (a mano o con tastiera meccanica) un troppo esteso motivo musicale o tanto meno uno spartito accelerato o fugato, la Ditta sottoscritta, è venuta nella determinazione di offrire alla S.V. Rev.ma l'apparecchio "elettrautofono" ideato dal M. Rev. Pasquale Balestracci avente appunto lo scopo di supplire a tutti questi inconvenienti eliminando contemporaneamente l'applicazione di qualsiasi mano d'uomo.
Pregi dell'"elettrautofono"
I pregi che l' "elettrautofono" presenta sono i seguenti:
1. Con l' "elettrautofono" si può suonare un qualsiasi e il più esteso concerto di campane.
2. Con l' "elettrautofono" un concerto di campane viene ad essere suonato con la massima precisione e con il più preciso ritmo musicale.
3. L'apparecchio, per chi lo richiede, può essere munito di una tastiera corrispondente al numero ed alla tonalità dei diversi concerti delle campane esistenti sulla torre. Chiunque sappi dileggiare su di un pianoforte con la stessa facilità può riprodurre un qualsiasi motivo musicale. In questo caso la macchina deve trovarsi nello stato di riposo.
4. Ogni apparecchio viene ad essere corredato da n 14 a 20 e più pezzi di musica diversi: pastorali, marcie, inni religiosi ecc. i quali per la riproduzione possono essere diviso in gruppi di 2, 3, 4 ecc. suonate ogni qualvolta l'apparecchi si mette in moto.
5. Con l' "elettrautofono " tutti i pezzi di musica si sostituiscono successivamente ed automaticamente.
6. Quando l'apparecchio deve mettersi in attività o fermarsi non fa bisogno attaccare o staccare la corrente, ma tutto questo si ottiene autoelettricamente con l'ausilio dell'orologio che si vede nella parte superiore del clichè.
7. Con l‘ "'elettrautofono" vengono evitate e in modo assoluto le rotture e le fenditure delle campane.
8. Infine e con la massima semplicità chiunque può sostituire il rullo delle suonate ed ottenere in tal modo la riproduzione di altrettanti e diversi pezzi di musica.
Tanti altri pregi si potrebbero far presenti ma ci limitiamo ai più importanti.
Le condizioni di vendita, di pagamento, e di garanzia che andremo a praticarvi dimostreranno da loro stesse le ottime qualità dell'apparecchio che vi offriamo sia perciò che riguarda la praticità che l'ottimo funzionamento (...) Ditta "ELETTRAUTOFONO".
Abbiamo voluto verificare, con una ricerca richiesta all'Archivio Centrale dello Stato sulla base degli elementi ricavabili dalle carte dell'archivio parrocchiale di S. Benedetto, la registrazione di tre brevetti: il risultato, stupefacente, è stato che, a nome di Don Pasquale Balestracci ne sono registrati altri due, per un totale di cinque, due dei quali a nome anche di altri (forse suoi collaboratori), che non è stato possibile identificare più precisamente. I brevetti sono i seguenti, con gli estremi di registrazione:
"Apparecchio automatico per suonare con campane motivi musicali, scritti su carta" Pasquale Balestracci e Paolo Innocenti, La Spezia, 29 gennaio1927, MICA, UIBM, serie invenzioni fasc. 261371;
"Autocommutatore" Pasquale Balestracci e Albero Vanni, Roma 14 dicembre 1927, MICA, UIBM, serie invenzioni fasc.267242;
"Elettrogrammofono" Pasquale Balestracci, La Spezia 2 luglio 1925, MICA, UIBM, serie invenzioni fasc.270765;
"Apparecchio elettroautomatico per suonare a pulsazione e a distesa con campane motivi musicali, scritti su carta" La Spezia 22 gennaio 1931, MICA, UIBM, serie invenzioni fasc.320332;
"Dispositivo elettromeccanico per autocomando ad orologeria" Pasquale Balestracci, La Spezia 7 settembre 1939, domanda n° 8410 1939, brevetto invenzione 388431.
Una produzione di tutto rispetto, quasi incredibile.
Per la realizzazione dell'apparecchio si avvalse dell'attività dell'officina elettromeccanica dell' Ing. D. Zanasso della Spezia, con ufficio in Via Principe Amedeo (odierna via Don Minzoni) ed officina in via Valdellora, con cui però non riuscì ad instaurare, fino in fondo, una proficua collaborazione ai fini della commercializzazione dello stesso.
Dai suoi appunti e dalle lettere ricevute e conservate con gli stessi, risultano contatti con numerose ditte, tra le quali la Solari di Pesariis (UD), la Capanni di Castelnuovo Monti, Terrile, Trebino di Recco e ad alcune fonderie, quali la D'Adda di Crema e la Barigozzi di Milano. Risulta anche un contatto con la Ditta Lins e Bradell di Colonia ai fini di un possibile sviluppo del brevetto in Germania, che però fu giudicato "talmente semplice che non può fare oggetto di speculazione".
Quelli con la fonderia D'Adda paiono essere stati quelli più proficui, al punto che la stessa fornì nel 1929 (non si capisce bene, ma pare a proprie spese) un concerto di nove campane in Sol ed il castello sui cui collocarle presso l'officina dell'ing. Zanasso. Le campane arrivarono in officina il 30 gen. 1930: lì si dovevano perfezionare il dispositivo ed eseguire dimostrazioni pratiche del suo funzionamento, anche in vista di una possibile successiva esposizione alla fiera di Milano, che avrebbe avuto il risultato di lanciare definitivamente il prodotto, la cui commercializzazione sarebbe stata affidata alla stessa ditta Zanasso: ma di tale partecipazione non abbiamo trovato altro riscontro se non alcuni accenni nella corrispondenza con il D'Adda.
Con il tempo il dispositivo fu perfezionato, e da quello della carta, si passò all'uso di rulli traforati forniti dalla S.A.B.B.A.E.M (Sacerdote Angelo Barbieri Brevetti per Applicazioni Elettro Musicali) come testimonia la corrispondenza tra Don Pasquale Balestracci ed il titolare della stessa, Don Angelo Barbieri, inventore dell' "auto-organo Barbieri" che permetteva di suonare automaticamente motivi musicali con l'uso di appositi rulli senza l'intervento di un organista alla tastiera. In seguito ad una visita alla fiera di Milano del 1934 e l'incontro col Barbieri, si instaurò fra i due una collaborazione ai fini dell'azionamento dispositivo per l'autosuono delle campane per mezzo dello stesso "auto-organo".
Di questo "connubio" abbiamo la testimonianza dell'applicazione nella nuova chiesa di S.Alfonso in Aielli, e vicino a noi a Portovenere, applicando all'autoorgano Barbieri, già in chiesa, il dispositivo di Don Balestracci al suono delle campane di cui si stava rinnovando il concerto.
Don Barbieri proporrà a Don Balestracci la fornitura del proprio dispositivo da abbinare a quello che stava applicando al concerto di campane appena realizzato:
"...giacchè i suoi parocchiani le regalano un concerto di campane perché non applicherebbe al suo organo il mio apparecchio per poter comandare nel medesimi tempo automaticamente e l'organo e le campane?"
L' "autoorgano", che era composto da due parti separate, ossia quella con i rulli che governavano il suono automatico ed un'altra con tastiera e canne, non verrà acquistato nella sua intierezza: ne verrà acquistata la sola prima parte da utilizzare per il suono delle campane di San Benedetto.
Con la sua apparecchiatura Don Balestracci provò a partecipare alla "Mostra di Leonardo da Vinci e delle invenzioni " organizzata nel 1939 presso il Palazzo delle Arti di Milano come corollario alla mostra dei disegni del Maestro, che metteva in palio alcuni importanti premi per le invenzioni migliori. Ma anche questa occasione non venne sfruttata: negli scritti di Don Pasquale è più volte accennata, e da una verifica fatta negli archivi milanesi della Triennale dell'Arte presso cui fu allestita la mostra, non risulta traccia della partecipazione.
Oltre ai perfezionamenti derivanti dall'uso di rulli sonori per il suono a pulsazione (con la percussione della campana ferma) fu anche studiata l'applicazione anche al suono a slancio e a distesa delle campane, presentando a questo proposito nuova domanda di brevetto, l'ultima registrata a suo nome nel 1939, ed a questo proposito segnaliamo come l'unico disegno presente tra le carte esaminate, si riferisca proprio al dispositivo per il suono a slancio. Per suonare poi automaticamente all'ora voluta non mancò di brevettare un apposito comando ad orologeria.
La difficoltà maggiore dello sviluppo pratico delle invenzioni appare non tanto quella della realizzazione materiale quanto quella della commercializzazione. Per la realizzazione iniziale si era affidato con successo, per la parte meccanica, alle officine dell'ing. Zanasso che dimostrarono buona competenza in proposito, ma non altrettanta rapidità di realizzazione e collaborazione dal punto di vista "commerciale", palesando ritardi nell'installazione delle poche realizzazioni effettuate (ritardi che comportarono anche la disdetta di un ordine già ricevuto e la restituzione dell'anticipo versato dal committente). Don Pasquale non mancherà di sottolineare questo atteggiamento non propriamente collaborativo affermando che "la ditta Zanasso, mentre lancerà dopo tanto in commercio l'apparecchio con gli accessori per l'autoesecuzione di programmi su campane a sola pulsazione, chissà quando mi realizzerà l'accessorio per l'autosuono a distesa" (lettera del 9 mar 1931 a C. Cornrad). Se da una lettera del 1935 apprendiamo che "la Ditta ha assunto la esclusiva per l'Italia della costruzione e commerciabilità del mio dispositivo" gli spiace notare come invece la stessa ebbe a rifiutare due ordini (uno per una realizzazione a Fiume per conto della fonderia Colbacchini di Bassano, ed un altro della ditta Roulph di Parma) asserendo di non occuparsi più della realizzazione ed invitando a rivolgersi all'inventore, che si trova in forte imbarazzo di fronte a tali affermazioni. Finchè infine (19 lug.1937), l'ing. Zanasso scrive esplicitamente a Don Pasquale:
"... per la sua costruzione e commerciabilità io non ho che da ripetere quanto ebbi a dire in varie occasioni anche a Lei e al Rv. suo Fratello ed al Comm. Bevilacqua, col quale ho parlato lungamente, e cioè come non sia possibile per noi, allo stato delle cose, di occuparci della costruzione e del commercio dell'apparecchio. (...) Concludendo, noi non possiamo occuparci della commerciabilità del congegno. (....) Necessita quindi che Ella trovi un finanziatore, che possa anche occuparsi della parte commerciale, e si appoggi, per la costruzione, montamento, ecc. degli apparecchi, a Ditta opportunamente attrezzata. Andando avanti come ha fatto fino ad oggi io ritengo che tutte le sue oneste fatiche non arriveranno mai a darle quella soddisfazione anche economica alla quale avrebbe ormai diritto. (...)
Si avvicina anche la guerra, ed in tale frangente c'è ben altro cui pensare che non al suono delle campane, che anzi, per il metallo con cui sono fatte, finiscono per attirare l'attenzione del Ministero per le Fabbricazioni di Guerra, che ne chiede in parte la requisizione. Delle 10 campane di S. Benedetto, cinque corsero il rischio di essere requisite a questo scopo. Don Pasquale fece tutti i tentativi possibili per evitarne la requisizione, ed in un suo ricorso, che trascriviamo di seguito, fà accenno anche dell'apparecchiatura per il suono automatico:
"On. Ministero per la Fabbricazione di Guerra, corso del Littorio 10, Milano.
Il sottoscritto parroco di S. Benedetto di Riccò del Golfo, prov. di La Spezia, diocesi di Luni, pregiasi portare a conoscenza codesto On. Ministero come: il concerto delle dieci campane esistenti nella cella campanaria di questa parrocchia ed a suo tempo denunciate giusta il R.o Decreto 23 aprile 1942 n°585, serve a mettere in evidenza un dispositivo elettroautomatico per suonare motivi musicali riprodotti su rulli sonori, cui apposita consolle svolge a distanza. Tale dispositivo in parrocchia da tempo nella sua efficienza per l'autosuono delle campane a pulsazione (cioè con movimento del battacchio e campana ferma) ma sta a riempire un vuoto nel campo campanario anche pel suono delle campane a rotazione, per cui è conveniente un tale concerto, anche secondo lo spirito del citato R.o Decreto e della circolare S.C.C n° 2729 non venga mutilato da requisizione per poterlo mettere col dispositivo, se non oggi che maiora nos premunt, nella sua efficienza commerciale a vittoria conseguita. Con l'occasione ossequia. Dev.mo Sac. P. Balestracci"
In un sol colpo avrebbero subito danni irreparabili due delle sue "creature": il concerto di 10 campane (che non aveva pari nelle parrocchie vicine e forse della diocesi), e l'elettroautofono, che non avrebbe potuto più esprimersi a pieno su di un concerto dimezzato. Non ci fu niente da fare, alla fine si dovette cedere, e convocata la fabbriceria, si delibera, testualmente:
"Il consiglio d'amministrazione della fabbriceria di S. Benedetto di Spezia, radunatosi in seduta straordinaria nel solito locale a norma dell'autorizzazione di S.E. il Vescovo di La Spezia 14 gennaio 1943, nelle persone: Sac. D. Balestracci parroco, Gianardi Attilio, Cozzani Ernesto fu Domenico, Paganini Attilio, Cavallini Ettore. Visto la richiesta dell' (illeggibile) 4 gennaio 1943 prot. 19782 del Sottosegretariato di stato per le Fabbricazioni di Guerra - Milano, Delibera di rilasciare per detti usi bellici le campane corrispondenti alle note sol, la, sib, do, mib per un peso complessivo di kg 1313 e ciò a norma del R.o Decreto 23 aprile 1942-XXI. Rimangono così esenti dalla raccolta la campana principale, rappresentante la nota fa che servirà per la batteria orologio e le rimanenti facenti parte dell'intero concerto di 10 campane, cioè re, mi, fa, e sol pel culto.
I componenti il consiglio medesimo, bene auspicando per la vittoria, tutti si sottoscrivono confermando. Sac P. Balestracci" ( seguono le firme dei consiglieri).
Ma siamo nel 1943, un anno cruciale, in cui gli eventi politici e bellici precipitano. A Roma cade il Governo, il golfo della Spezia subisce furiosi bombardamenti per la presenza della base della Marina Militare, all'armistizio dell' 8 settembre seguono ulteriori sconvolgimenti che non mancheranno di interessare in maniera tragica proprio la zona di San Benedetto, distraendo dalla requisizione già deliberata, che non ebbe seguito: quelle campane sono ancora lì, tutte e dieci.
Dopo la guerra Don Balestracci riprende i contatti, ed abbiamo testimonianza diretta di quelli con l'ing. Barigozzi titolare dell'omonima fonderia milanese, che in alcune lettere indirizzate a Don Pasquale, palesa apertamente l'impossibilità di assumersi l'onere della costruzione e commercializzazione di uno strumento non propriamente facilmente collocabile, specialmente in tempi difficili come quelli dell'immediato dopoguerra in cui era problematico procurarsi anche il metallo per la pur ridotta attività della fonderia. Queste sono le ultime testimonianze che ci lasciano le carte dell'archivio parrocchiale.
Ma quanti apparecchi furono realizzati e messi in opera?
Il primo è quello presentato alla mostra di Torino1928.
Un secondo fu realizzato per chiesa dell'Annunziata di Levanto, nel cui convento viveva il fratello di D. Pasquale, padre Innocenzo Balestracci, che ne descrive entusiasticamente il funzionamento e l'apprezzamento da parte dei confratelli e della popolazione.
Un terzo fu ordinato dal parroco di Farigliano (Cuneo), ma non fu mai consegnato per i ritardi della ditta Zanasso, che comportarono la disdetta dell'ordine e la restituzione di un anticipo già versato: il parroco finì per inaugurare il nuovo concerto non con l'apparecchio di D. Balestracci, ma con una tastiera manuale tradizionale.
Uno fu applicato alle campane fornite dalla fonderia D'Adda per testarne e migliorarne il funzionamento, anche in previsione di una possibile presentazione alla fiera di Milano.
Uno pare che dovesse essere installato a Portovenere, su di un concerto fornito dalla fonderia Mazzola, comandato nientemeno che dall'auto-organo Barbieri già in possesso del Parroco.
Uno fu sicuramente installato a San Benedetto, a quel concerto di dieci campane fuso nel 1933 dalla ditta Regolo Capanni di Fidenza, scampato alle requisizioni del tempo di guerra.
Quell'apparecchio, a differenza delle campane, ora non c'è più: è stato sostituito, negli anni '70 del secolo scorso da un moderno apparato fornito dalla Ditta Capanni di Castelnuovo Monti, e che, forse, è il frutto migliorato dell'applicazione di quel lontano brevetto.
Quello e gli altri brevetti registrati non diedero nè fama nè guadagni al suo inventore, che possiamo sicuramente considerare antesignano dei moderni sistemi applicati al suono delle campane.
Ricordare questa sua particolare attività è motivo per rendere un meritorio omaggio, sia pur postumo, a Don Pasquale Balestracci, sacerdote, parroco ed inventore.
Ed evidenziare -se ce ne fosse ancora bisogno- la ricchezza di contenuto degli archivi parrocchiali, che travalica quella pur importante dei dati contenuti nei registri canonici di battesimi, matrimoni, morti, cresime, contabilità.


GRADITI EVENTUALI COMMENTI.

Giorgio


[Modificato da giorgio1950 14/07/2014 22:32]
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Registrato il: 13/09/2014
Città: CESENATICO
Età: 49
13/09/2014 22:55

Ciao Giorgio, io ho parecchie informazioni sulle invenzioni di Don Angelo Barbieri (1875-1950) della ditta SABBAEM.
Giorgio
g.farabegoli@libero.it
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