Qualche spunto da copiare..
Un' incubatrice semi professionale :
Il punto di partenza è stato un vecchio forno a microonde ; per la precisione questo modello
distribuito dalla Mondialcasa ;
da esso ho preso lo chassis ( chi disponesse di un vecchio fornetto elettrico potrà utilizzare convenientemente lo stesso ) .
Contrariamente a quanto sarebbe logico aspettarsi , questo tipo di forni non ha all'interno alcun tipo di isolante termico : in pratica
la camera di cottura , in metallo , è separata dall'involucro esterno , anch'esso di lamiera , da uno strato di aria ( min 2 cm ) ,
escludendo chiaramente i punti di ancoraggio della camera stessa .
Come prima cosa ho tolto tutta la parte elettrica : cablaggi ,quadro comandi , scheda , trasformatore , magnetron , motorino del piatto e
CONDENSATORE ; personalmente inizio proprio dal condensatore stando attentissimo a non toccarne i poli .
AVVERTENZE : CON CONDENSATORI DI QUESTA CAPACITA' C'E' MOLTO POCO DA SCHERZARE.......
Una volta liberato lo chassis dalle cose non necessarie, ho provveduto a rimuovere il supporto del magnetron
e quello del motorino girapiatto
sono particolari in lamiera stampata saldati alla struttura con una puntatrice elettrica : una volta asportato il possibile con una cesoia
la strisciolina rimasta può essere rimossa così
imageshack.us/clip/my-videos/706/vsdb.mp4/
La prima cosa modificata è stata lo sportello . Si compone di cinque parti :
una cornice esterna bianca che supporta una cornicetta nera interna fermavetro ( non si tratta di vetro ma di una plastica trasparente
tipo metacrilato o policarbonato ) , il suddetto vetro sintetico , lo sportello metallico vero e proprio ed una cornicetta nera interna con funzioni estetiche .
Questa è la panoramica dei pezzi
incastrati gli uni agli altri con gancetti a scatto ( da disimpegnare con giravite )
Il primo lavoro è stato la rimozione della parte di lamiera forata dallo sportello
( gabbia di Faraday ) che avrebbe impedito la corretta visione dell'interno
Prima
Dopo
la finestra è stata poi chiusa con un cristallo da 5mm incollato con silicone
anche il vetro sintetico è stato sostituito con un vetro vero delle stesse misure ;
l'apertura dello sportello in origine era affidata ad un meccanismo a sblocco elettrico di sicurezza ; l'ho sostituito con una comune maniglia
da cassetto rossa avvitata dall'interno sulla cornice bianca esterna dello sportello
Per il mantenimento in chiusura ho optato per la chiusura magnetica :
con un supermagnete però ( non ricordo se “donato” da hardisk o lettore cd ) semplicemente poggiato all'interno dello chassis .
Il nuovo impianto elettrico
Ho deciso di lavorare a bassa tensione : 12vcc ( dcv).
Chi mi fornirà l'energia necessaria al funzionamento dell'elemento riscaldante , del termostato , della ventolina di ricircolo ( prevista
ma rivelatasi inutile ), della luce d'ispezione etc., sarà un comune alimentatore AT per pc.
L'ho posizionato nello spazio della vecchia elettronica
avvitato al pannello posteriore del telaio sfruttando le viti originali ( ho solo dovuto riprofilare la finestratura )
al termine ho coperto con rete antiintrusione
Come elemento riscaldante ho optato per un cavetto autocostruito da inserire nella depressione interna del fornetto ;
( in foto sulla destra lungo la svasatura della depressione si nota il foro fatto per la fuoriuscita dei fili del riscaldatore )
In questa discussione ho spiegato dettagliatamente come realizzare il cavetto
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10003181
Il cavetto è stato incollato con cianoacrilato ( Attak o simili ) ad una lastrina di alluminio di un paio di mm di spessore grande quanto il fondo del fornetto
questa lamierina è stata poi sigillata sul fondo del fornetto con del silicone ( un'eventuale fuoriuscita di acqua non potrà
mai raggiungere l'elemento riscaldante )
e , solamente per estetica , è stata poi rivestita con della plastica adesiva marmorizzata celestina
L'illuminazione interna dell'incubatrice l'ho affidata ad un neon tolto da una vecchia lampada portatile a batteria ;
per renderlo stagno ho utilizzato come cappucci il corpo di due siringhe da 10ml solamente accorciate
all'interno dei cappucci un semplice faston provvede al collegamento filo-neon
il neon cablato
i fili del neon escono dal “ soffitto “ attraverso un foro : per evitare qualsiasi problema ho preferito proteggere il cavo con un
tubetto sterlingato-siliconato
per alimentare il neon ho utilizzato il ballast originale ( che lavorara a 4,5v ) collegandolo all'uscita 5v dell'alimentatore pc :
chiaramente uno dei due fili che lo alimentano è stato “ tagliato” da un interruttore .
L'incubatrice con l'interno illuminato
e spento
La regolazione della temperatura è stata affidata ad un termostato digitale economico ,
la cui sonda pende dal ” soffitto “ per un paio di cm
Tutti i fili vanno a finire nel vano già predisposto per la precedente elettronica
Per garantirmi un po' di ordine ho fissato una striscia di mammouth come morsettiera
Il quadro comandi mostra in alto il termostato digitale ed in basso da sin l'interruttore della luce e quello generale ;
( il terzo interruttore sulla dx è stato previsto per un futuro upgrade : controllo automatico dell'umidità )
L'isolamento termico è stato potenziato con pannelli di polistirolo espanso da due cm di spessore
la finestratura aperta è per la circolazione dell'aria .
Il collaudo
L'incubatrice è stata tenuta accesa per circa una settimana per verificare la stabilità della temperatura o improbabili malfunzionamenti
( è tutto talmente elementare e surdimensionato...); fissata la temperatura di lavoro (set) a 23°C ho poi verificato che il punto di
spegnimento del riscaldatore coincide con i 23°C ( ma la temperatura seguita a salire di 0,2°C ancora ) , mentre l' accensione avviene
quando la temperatura scende a 22°C ( la temperatura scende ancora di 0,2°C ).
La temperatura effettiva varia quindi da 21,8°C a 23,2°C con una oscillazione quindi di 1,4°C cioè 22,5°C +- 0,7°C : risultato più che accettabile .
Ed ora il test con le bottigliette – incubatrici all'interno : dopo tutta una notte
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come si può notare NON VI E' TRACCIA DI CONDENSA ( le bottigliette sono staccate dal fondo ed ogni loro parte è alla medesima temperatura )
Coloro che lamentano problemi di condensa con questo tipo di contenitori commettono l'errore di porre il fondo delle bottigliette
a contatto diretto con la fonte di calore
( in pratica le costringono a lavorare come alambicchi per distillazioni : è normale che la condensa si formi sul duomo... ).
Ringrazio per l'attenzione , Franco
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